27 Ottobre 2020

E su bus e metro non cambia nulla “Tutti ammassati”

di Laura Barbuscia Dalle stazioni della metro alla fermata dei bus, gli effetti del nuovo Dpcm sono praticamente nulli. Folla e ressa nell’ underground capitolino. Assembramenti di routine alle paline dei mezzi di superficie. Nel primo giorno del massiccio ritorno alla didattica a distanza, la contestata manovra di contenimento degli utenti, si traduce in un flop. La metro C a San Giovanni ha offerto anche ieri mattina lo spettacolo ordinario che sotto la minaccia reale di una impennata del contagio preoccupa gli utenti e scalda gli animi. Alle 7.45 nulla lascia pensare a un giorno diverso: « Gente ammassata, ascensori fuori servizio, tanti giovani senza mascherina», dice Emanuele Licopodio, presidente del Comitato popolare Roma Est, che ha immortalato il momento in cui numeri e cruda realtà rispediscono al mittente le infauste giustificazioni di Atac sulla ” percezione” del sovraffollamento. ” Hanno chiuso le palestre, i ristoranti e i bar alle 18. E poi questa è la situazione all’ interno della metro? », ripetono in coro gli utenti. Spostandosi, lo scenario non cambia. « Anche a Barberini distanziamento sociale non garantito». E alla stazione Tiburtina « assembramenti sulla banchina » , denuncia Maurè Acosta, un utente. Troppa la richiesta, e anche al netto di universitari e liceali, i mezzi circolanti sono pochi. Ad aggravare la situazione ci sono poi gli interventi di manutenzione programmata e straordinaria nelle stazioni, i guasti improvvisi che assottigliano la flotta. « A Roma sono 1400 i mezzi in circolazione, tra Atac e Tpl. C’ è un gap di circa 500 autobus » , dice Marino Masucci, segretario generale Fit Cisl del Lazio. Di mezzi in più ne occorrono almeno un migliaio, stima invece Cna, la confederazione nazionale dell’ artigianato. Per contrastare quella che il capo dei presidi, Mario Rusconi, definisce una scorciatoia che scarica sulla scuola l’ inadeguatezza dei trasporti. Su cui, postando la stessa foto di Licopodio costruisce un giudizio sbrigativo sul Dpcm: « Indegno ». «Una vergogna nazionale», taglia corto il presidente del Codacons Carlo Rienzi, pronto a presentare un ricorso al Prefetto di Roma. «Abbiamo una vetustà dei mezzi piu alta di Europa, intorno ai 15 anni», ragiona Masucci. Come a voler sottolineare che le criticità del trasporto pubblico a Roma sono precedenti al covid. Lo sanno bene gli utenti della ferrovia Roma Nord, alle prese con 230 soppressioni in una settimana, su circa 1300 corse totali. Un dato «allarmante», come denuncia Fabrizio Bonanni, presidente del comitato pendolari Roma nord. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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