E Passera pensa a congelare le accise sui carburanti Mr Prezzi: il nodo è l’ energia
- fonte:
- Corriere della Sera
MILANO – Non è tanto il tasso ufficiale di inflazione, che è sì il più alto in Europa, visto che la media dell’ eurozona è scesa al 2,6% ad aprile secondo le prime stime di Eurostat, ma nemmeno così lontano, quanto la sua composizione. Il problema sta nella differenza tra quel 3,3% (stabile ad aprile, secondo i dati provvisori dell’ Istat) e l’ ennesimo aumento, fino al 4,7%, del carrello della spesa, cioè quei prodotti che i consumatori acquistano con maggior frequenza, come i generi alimentari, le bevande, le sigarette, l’ affitto, i carburanti o i trasporti urbani. «Rincarano soprattutto i beni che compriamo più spesso, carburanti e alimentari, per questo la gente soffre di più e percepisce un’ inflazione ancora più alta. Con un’ aggravante: l’ 1,4% di differenza vuol dire che si riduce il peso di queste voci, mangiamo meno (o peggio) e compriamo meno benzina», valuta Giacomo Vaciago, docente di politica economica all’ Università Cattolica di Milano. In un momento di frenata dei consumi, con le famiglie strette fra recessione e austerità, anche il governo però comincia a preoccuparsi. Tanto che il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, starebbe pensando di ripristinare il meccanismo per sterilizzare le accise sul prezzo dei carburanti, anticipa Mr Prezzi, Roberto Sambuco, che indica come priorità gli interventi su carburanti, gas ed elettricità. «Se guardiamo al 3,3% di inflazione, oltre l’ 1% e dovuto a rincaro dei beni energetici, sia quelli regolamentati come gas ed elettricità, che non regolamentati, cioè i carburanti. Queste voci hanno registrato aumenti che difficilmente possono essere sopportati da qualunque tipo di economia», spiega Sambuco. Su base annua elettricità e gas sono saliti oltre il 13%, benzina e gasolio del 21%, il gasolio per riscaldamento di circa il 12%. Queste voci non pesano solo sulle famiglie, ma a catena anche su molte componenti dell’ economia. Con il gasolio ad esempio funzionano le serre dell’ agricoltura o si alimentano i trasporti, altra voce in forte crescita (+7,4%). Ma il caro elettricità penalizza anche le imprese, che scaricandola sui prezzi, perdono competitività. Ecco perché «bisogna intervenire immediatamente», con «uno sforzo straordinario», chiede Mr Prezzi. Come? Un primo passo è stata la rimodulazione dei costi per le rinnovabili in bolletta, ma «bisogna andare oltre», chiamando a partecipare «tutti i protagonisti a cominciare dall’ autorità per l’ energia». Idem sul fronte dei carburanti, che richiede «un altro sforzo straordinario». In attesa di cambiamenti strutturali, si lavorerebbe a una soluzione tampone, per costruire un sistema di accise flessibili sui carburanti per sterilizzare il prelievo Iva oltre una certa soglia. «Stiamo ragionando, insieme al ministro Passera e al sottosegretario Claudio De Vincenti, se e come reintrodurre il meccanismo già varato da Luigi Bersani per calmierare il prezzo dei carburanti», afferma Sambuco. La soluzione nel lungo periodo, ovviamente, è un’ altra. Ed è evidente nel confronto tra la nostra e l’ inflazione dell’ eurozona. «Le filiere alimentare ed energetica italiane sono strutturalmente meno efficienti rispetto alla media europea, perciò hanno bisogno di un intervento da parte di Monti», suggerisce Vaciago. È vero, la riforma della rete di distribuzione dei carburanti è appena partita, ma «il cambiamento è lungo e faticoso». Non ci sono scorciatoie. «Per frenare gli aumenti bisogna ridurre i costi delle rendite nascosti nei prezzi. E le liberalizzazione servono a erodere le rendite, ma devono essere radicali», sentenzia l’ economista. All’ orizzonte, però, c’ è un altro rischio: il fantasma di un nuovo ritocco dell’ Iva. Il Codacons ha calcolato l’ effetto del nuovo aumento dell’ Iva dal 21 al 23% in 635 euro all’ anno per una famiglia di 3 persone e di 686 euro per 4 componenti. «Se facciamo un’ altra manovra sull’ Iva, rischiamo un’ inflazione ancora più alta a fine anno», mette in guardia Vaciago. Mr Prezzi concorda: «L’ aumento dell’ Iva può funzionare soltanto se c’ è uno spostamento di imposte dai redditi ai consumi. Il governo attraverso la spending review sta cercando di scongiurare il rincaro dell’ Iva, che andrebbe evitato a tutti i costi, perché le conseguenze su inflazione e capacità di spesa della famiglie sarebbe molto difficile da gestire». Come dire: se la pressione fiscale invece di diminuire aumenta, si finisce solo per deprimere ancora di più il potere d’ acquisto delle famiglie. Giuliana Ferraino
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