E ora Colaninno vuole l?aumento del canone in bolletta
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fonte:
- Corriere della Sera
MILANO – Telecom Italia vuole chiedere l?aumento del canone sulla rete fissa. È stato il presidente del gruppo, Roberto Colaninno, a formulare a chiare parole una richiesta che subito ha sollevato polemiche. E che, è sicuro, godrà di grandissima impopolarità per la repulsione che l?utente ha verso il canone, percepito come una “tassa”. «Il canone di Telecom Italia – ha detto Colaninno all?assemblea Tim che ha approvato la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie – è uno dei più bassi d?Europa. Chiederemo la sua revisione verso l?alto, non l?abolizione. Chiederemo che l?Authority si esprima in modo definitivo su questo punto». È scontato, quindi, per il numero uno di Telecom che il canone sopravviva alla trasformazione della concessione in licenza (la forma giuridica che autorizza l?attività nelle telecomunicazioni), «perché non è come il canone Rai, ma è un costo all?accesso; tra l?altro molto, molto basso». Serve, in pratica, a pagare gli interventi di manutenzione e ripristino delle linee telefoniche.
Il canone è un argomento tanto sensibile che le reazioni sono state immediate, con i politici in prima linea. I commenti più morbidi definiscono intempestiva l?uscita di Colaninno, quelli più duri parlano di «furto».
«L?aumento del canone Telecom – ha commentato il sottosegretario alle Comunicazioni, Michele Lauria – mi pare una richiesta abbastanza prematura». Più secco l?altro sottosegretario, Vincenzo Vita, che trova senza senso la richiesta.
Dal centrodestra s?alza la voce del Ccd (Ettore Peretti, responsabile economico) per dire che «Colaninno ha il coraggio e la spudoratezza di chiedere all’Authority di avallare il suo furto: vuole derubare gli italiani chiedendo un assurdo e ingiustificato aumento del canone».
Anche le associazioni di tutela dei consumatori sono sul piede di guerra (il Codacons minaccia ricorsi al Tar). «Il canone dovrebbe sparire – secondo Elio Lannutti, presidente Adusbef – o restare solo per finanziare la manutenzione della rete. Manutenzione che non può certamente comportare una spesa di oltre 7mila miliardi, tanto è l’importo annuo del canone». Telecom però sostiene che per gestione e manutenzione della rete e nuovi collegamenti il canone copre solo in parte i costi e che il deficit è di circa 4mila miliardi.
Quanto all?assemblea Tim, con il varo della conversione delle risparmio in ordinarie il gestore di telefonini ha tutte le carte in regola (liquidità compresa) per la gara dell?Umts. In particolare dalla conversione, che prevede un conguaglio di 3,7 euro per azione, potranno arrivare oltre 11mila miliardi.
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