E la maxi-scheda scoraggia tanti «Io ci rinuncio»
-
fonte:
- Il Messaggero
C’ è perfino chi si arrende e molla la cabina. Ci si mette pure l’ effetto derby a bloccare tutto per metà pomeriggioIN UN SEGGIO SPARISCE UNA MATITA COPIATIVA, INDAGINE CASA PER CASA TRA I VOTANTI PER RITROVARLA LA GIORNATA ROMA «Mario che hai votato?». «Ah, Ga’, vattela a pija’ in saccoccia. Me so’ trovato davanti quel tabernacolo, tutti e due in cabina non c’ entravamo. Non c’ ho capito niente, me giravano gli occhi. Ho chiuso e non ho votato nessuno». Gaspare Pisciotta, rappresentante di lista al seggio di via Alessandro Volta, Testaccio, è dispiaciuto per l’ amico Mario, «poverino, è anziano. S’ è confuso». Lui che è bisnonno e di anni ne ha 78 giura d’ essersela cavata «con il lenzuolo blu» anche se a fatica. La maxi-scheda per le comunali, e ci mancava solo il foglio lungo quasi un metro e venti a spazientire i pochi e svogliati elettori che si sono trascinati alle urne sovrappensiero nella domenica del derby. Ci hanno litigato un po’ tutti in cabina. «Li mortacci vostra!», imprecazioni di chi provava a ripiegare quello sterminato elenco di simboli e ci riusciva solo al terzo tentativo. Gli scrutatori hanno sentito di tutto. «La tovaglia dei sindaci. L’ abbiamo apparecchiata per poi mangiarci su volentieri», «il panno, me lo porto a casa e lavo i pavimenti», «ma questo è un copriletto, la prossima volta ci date anche il cuscino?». LE PROTESTE E i presidenti a spiegare, si fa così e così, a raccogliere lamentele, a invitare gli elettori a tornare in cabina e piegare bene. Con pazienza e senza fretta, tanto la fila non c’ è. Mai seggi così deserti, è un rito stanco quello che si celebra in una Roma distratta dal calcio e disillusa, una gara senza slancio. Tutta quella folla di nomi appesi alle pareti delle scuole e i corridoi malinconicamente vuoti. Così tanti candidati e così pochi a votarli, lo smacco della politica. «Tutto tranquillo, iper-tranquillo. Diciamo un mortorio», ammette una rappresentante del Comune al seggio di via Romagnoli, Talenti. «Forse il derby, chissà», nel pomeriggio affluenza in picchiata: tra Campidoglio e Olimpico non c’ è storia. «Le altre comunali non erano così mosce. Viene da piangere», ed è un’ amarezza questo deserto elettorale per Simonetta Macrì, scrutatrice. «Il fatto è che la gente non crede più a niente». Poi ci si mette pure la scheda. «Una follia, tutti protestano. Una signora è stata in cabina 20 minuti, non riusciva a piegarla. In tanti ci rinunciano». POCA INFORMAZIONE E chissà quante schede nulle, quante contestazioni, si preoccupa uno dei candidati di Rifondazione al secondo municipio davanti al seggio di via di Villa Chigi. «Non c’ hanno capito niente, troveremo errori clamorosi. Quasi nessuno sa della possibilità del voto disgiunto. E poi ci sono troppi candidati e pochissime idee». La strada è tappezzata da adesivi pubblicitari, coprono anche un cartello del parcheggio per disabili. C’ è chi va a votare con la maglietta della Roma o della Lazio. «Le liste per il municipio: un cimitero di sconosciuti», Giuseppina Piglione Marini, insegnante scrittrice e poetessa, racconta il suo smarrimento in cabina. «Mi sono sentita una primitiva. Bisogna essere professori universitari per votare». Poca informazione, «la gente è disorientata», dicono al seggio della scuola Settembrini, quartiere Trieste. IL GIALLO In un seggio a Prati. Sparisce una matita e gli scrutarori la vanno a cercare a casa di chi ha votato, denuncia il Codacons. «Dalle 14 alcuni abitanti hanno ricevuto la visita dei responsabili del seggio 2189 di via Camozzi. Una follia, una violazione della privacy», attacca il presidente Carlo Rienzi. «Nonostante la giungla di nomi e la campagna elettorale fiacca, noi siamo qui», più o meno la stessa affluenza delle regionali, calcola Raffaella Albano, rappresentante di lista alla scuola elementare di via Volta, a Testaccio. «Il fatto è che noi siamo rossi e giallorossi, ci teniamo all’ elezione del sindaco e del presidente del municipio». Tanto si va al ballottaggio, macchè vince il grillino la gente è stufa dei soliti partiti, nessuno è forte come Alemanno, senza dubbio ce la fa Marino. Girandola di pronostici. Comunque vada, «è stata una campagna elettorale faticosa, ha pesato la difficile situazione politica nazionale», riconosce una candidata al primo municipio. Esce dalla scuola dove vota anche il premier Letta una signora di 81 anni, sorride. «Nessun problema con la scheda. Vabbè è grande, ce damo da fa’ e ‘a chiudemo». Maria Lombardi © RIPRODUZIONE RISERVATA.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE