17 Febbraio 2009

E il Codacons chiede di sequestrare il contratto di Benigni

Si parte stasera con Mina che canta Puccini, ma solo in video. Continuano le polemiche sul compenso di Bonolis.

Sanremo comincerà così, polemiche a parte: con Mina che canta Puccini (che si può volere di più a proposito di musica italiana) mostrandosi (addirittura) in un video. Quando la Tigre di Cremona chiuderà la preziosa ugola, una bimba di sette anni accenderà il Festival. Difficile, però, che possa spegnere i furori che circondano l’imbarcazione canora: un polverone cominciato dai gay infuriati con la canzone di Povia (annunciano marce di protesta a cominciare da oggi con l’Arcigay) e che, nelle ore della vigilia, ha trovato pane per i suoi denti col caso Benigni. O, meglio, con la Rai che si esibisce in una performance autolesionista: l’accordo sull’esibizione del comico toscano nella serata inaugurale pagato in copyright invece che in moneta sonante. Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno al suo settimo Festival, prova a vendere il contratto come cosa indolore: «Per Raiuno non cambia nulla, potrà continuare a trasmettere quando vorrà il repertorio di Benigni. L’accordo riguarda l’home video che, in ogni caso, non era sfruttabile se non col reciproco consenso». Dunque, Roberto si riprende le sue cose e le venderà con un altro editore. E Raitrade, la consociata Rai delegata a commercializzare l’archivio, che ci sta a fare? E, infatti, protesta, rivelando la tensione che si respira in questi giorni dalle parti di viale Mazzini. L’amministratore delegato di Rai Trade Carlo Nardello ha scritto al dg Cappon sottolineando il danno dell’operazione per l’azienda. Nardello fa i conti (ogni minuto di Benigni è valutato sul mercato 2200 euro, se sono mille, come qualcuno ha ipotizzato, si arriverebbe non ai 340 mila dell’accordo ma a oltre due milioni), cita altri contratti con diritti condivisi (ad esempio con Mina), parla di recente trattativa (21 gennaio scorso) con la proposta alla Melampo (la società del comico) di una licenza di 5 anni e la ripartizione dei proventi 65 per cento Benigni, 35 Rai, e di un fronte che coinvolge altri artisti (Arbore, Celentano in testa).  Insomma, un pasticcio su cui si è aperto un vasto fronte polemico che va dalla richiesta del Codacons di sequestrare il contratto Benigni-Rai (ma anche quello con Bonolis) alla politica con Gasparri che minaccia: «Invece di fare regali a Benigni, la Rai ascolti Raitrade. Siamo pronti a chiamare Cappon a rispondere dei danni patrimoniali che potrebbe causare». Dalle parti del Festival si avverte il vento del cambiamento ormai prossimo (parliamo delle poltrone di viale Mazzini). Così ecco che Del Noce, facendo il bilancio della sua avventura alla fine, lancia prima una stilettata al suo predecessore a Raiuno (Saccà) dicendo «di aver trovato la rete in uno stato disastroso» e un avvertimento sui destini di Sanremo: «O si hanno dei risultati o sarà crisi» vaticina. Bonolis, al suo fianco nella conferenza mattutina d’avvio, fa professione di fiducia: «Sono convinto che il Festival piacerà. E’ molto bello». Sfodera l’elenco dei suoi duecento artisti ospiti (l’ultimno aggiunto è Kevin Spacey), rivendica lo scoop di Mina che cantando Nessun dorma si farà pure vedere in studio durante un video da lei realizzato e bisserà con una seconda performance nella chiusura di sabato, assicura che la prima serata sarà ad appannaggio delle canzoni, difende il suo diritto al compenso di un milione al lordo delle tasse («Baudo, Hunziker e Panariello hanno avuto altrettanto» lo conforta Del Noce), corre in soccorso di Povia e della sua canzone («se fosse omofoba non avrebbe spazio»), poi si rintana nella sala dell’Ariston ad ascoltare l’ultima prova: la "divina" Patty Pravo che ha qualche problema ma non ottiene il permesso di riprovare, il simpatico Tricarico che gioca cantando «sono bello, bellissimo», Masini che vibra di sdegno contro questa Italia (nella sua canzone c’è spazio anche per le ragazze stuprate), Renga che fa sfoggio della sua voce e Al Bano che fa tremare le pareti con la sua ugola. Stasera si comincia: e c’è già chi rischia di andare a casa.

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