14 Gennaio 2020

«E come si andrà al lavoro e a scuola? Si affronta l’ emergenza senza strategia»

LE REAZIONI «E i ragazzini come andranno a scuola? Le persone come andranno al lavoro?». David Sermoneta, presidente di Confcommercio Centro di Roma, si dice «allibito» per il provvedimento arrivato dal Campidoglio nel pomeriggio di ieri e valido per oggi. Anche perché, sottolinea Sermoneta, il divieto «tocca proprio le fasce orarie in cui si va al lavoro o si accompagnano i figli a scuola. Quelle normalmente garantite durante gli scioperi dei trasporti. E allora che si fa, si prendono mezzi pubblici al limite del disastro per spostarsi? Oppure non si va a scuola o non si va al lavoro?». In Centro, come più volte rimarcato dagli operatori, si sentono già moltissimo le chiusure delle fermate della metro A avvenute in serie, con Barberini ancora inutilizzabile. Come l’ introduzione del nuovo piano della mobilità, alla pari della Ztl Tridentino. A creare polemica, ora, non solo un blocco deciso ieri su oggi ma lo stop fino ai diesel più evoluti. «Aver bloccato anche gli Euro 6 non sta né in cielo né in terra – aggiunge il presidente di Confcommercio Centro di Roma – Potevo capire arrivare agli Euro 5. Ma allora perché si fanno gli incentivi per aggiornare le auto, per far trovare gli automobilisti con l’ Euro 6 allo stesso livello degli Euro zero, uno e due?» . E qui scatta un’ altra disamina. Dice Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma: «Non si risolve il problema bloccando le auto, perché il problema non sono le auto. E lascia un po’ stupiti e sbalorditi l’ estensione agli Euro 6. Senza contare la fascia oraria, che comprende gli orari di massimo spostamento per il lavoro e per gli acquisti. Non sono le auto le fonti di inquinamento maggiori, ma mezzi pubblici e impianti di riscaldamento. E poi una decisione così, calata dall’ alto: quando ci sono i blocchi c’ è un rafforzamento di metro e bus, qui non è chiaro se ci sia. Non siamo d’ accordo». Un’ ulteriore riflessione viene da Giammaria: «Con il blocco degli Euro 3 non mi pare ci siano stati risultati. Manca un piano strategico, condiviso con le associazioni, e che aiuti a capire quali sono effettivamente gli elementi che creano inquinamento in città. Inoltre, se c’ è un problema di inquinamento, riguarderà immagino tutta l’ area, non solo la cosiddetta fascia verde. Vale lo stesso discorso fatto per la Ztl: i problemi per la salute allora esistono sono all’ interno di determinate aree?». LA CRITICA POLITICA In Campidoglio è subito polemica politica. «La città soffoca e Raggi dopo quasi tre anni non è riuscita a fare nulla contro l’ inquinamento – commenta Stefano Pedica del Pd – Adesso ferma i diesel Euro 6 per un giorno, consiglia di abbassare i riscaldamenti e prendere i mezzi pubblici. Ma quali? Gli autobus che vanno a fuoco e la metro con fermate chiuse da mesi? Roma ormai è una città fuori controllo in tutti i sensi. Mancano misure concrete per contrastare il fenomeno dello smog». E Davide Bordoni, consigliere capitolino della Lega-Salvini Premier: «Condivisibile il blocco del traffico che il Comune intende attuare, ma incomprensibile estenderlo alle auto Euro 6, quando le macchine di dieci anni fa a benzina possono circolare». E aggiunge: «La politica deve dare risposte reali e non farsi trascinare dall’ emotività». «BUS GRATUITI» «L’ ordinanza della sindaca Raggi è una misura tardiva che rischia di creare il caos in città», dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che chiede per oggi «mezzi pubblici gratuiti per i cittadini e un aumento della frequenza delle corse». «Questi provvedimenti sembrano quasi voler dire Stiamo facendo qualcosa più che intervenire realmente sul problema», sottolinea Antonio Fainella, direttore di Confartigianato Roma. «Non sono le auto ad incidere in maniera determinante sul problema – aggiunge – In compenso le ricadute economiche sono pesantissime, per un provvedimento adottato in un giorno infrasettimanale. Perché allora non intervenire di domenica? Il problema è forse nato oggi? Mercoledì i parametri saranno cambiati? Non ci crede nessuno». Fainella torna anche al blocco degli Euro 3 e alla necessità, spiega, di un’ intesa tra le parti sul tema smog. «Gli Euro 3 sono mezzi ancora utilizzati dalle imprese – spiega – Servirebbe un provvedimento di sostegno. Ne abbiamo chiesto uno anche alla Regione, che dovrebbe ora prevedere un minimo di risorse. Si faccia un tavolo: noi mettiamo le convenzioni che già abbiamo sull’ acquisto dei mezzi e il pubblico mette qualcos’ altro, così chi deve cambiare il veicolo lo fa. Serve un piano strategico – conclude Fainella – Invece qui tirano sempre fuori provvedimenti difficilmente applicabili. È la solita logica dell’ emergenza. Piuttosto la politica programmi il futuro dei territori». Alessandra Camilletti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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