E’ bufera sull’ approvazione al Consiglio dei Ministri di ieri del decreto “Milleproroghe”
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fonte:
- Il Messaggero
ROMA – E’ bufera sull’ approvazione al Consiglio dei Ministri di ieri del decreto "Milleproroghe" che, oltre al taglio del sostegno all’ editoria, per il settore dello Spettacolo, a pochi minuti dalla lettura del testo da parte dell’ intera filiera non solo cinematografica, è apparso una vera e propria beffa. Condita da un "giallo", poi subito rientrato, riguardo l’ istituzione (cancellata in seguito alla proroga dei provvedimenti per la defiscalizzazione per il cinema) di un contributo speciale di 1 euro sui biglietti d’ ingresso nella sale cinematografiche «per finanziare gli incentivi fiscali del settore». I partiti, a cominciare dal Pd avevano già scatenato la guerra, così come il Codacons che aveva parlato di una «stangata per le tasche dei cittadini». Messo da parte il non aumento del biglietto, la protesta però non si placa, anzi diventa furiosa, visto che il ha prorogato sino al 30 giugno 2011 e non per i tre anni promessi, i fondi per la tax credit e tax shelter, pari a 45 milioni di euro a favore dell’ industria cinematografica. Sei soli mesi quindi di "allungamento" che scontenta tutti. A questo si unisce l’ altra bordata da parte del Governo nei confronti dello Spettacolo, vale a dire lo stralcio del reintegro per il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) che resta dunque di 258 milioni di euro, motivato dal Ministero per il «carattere troppo ordinamentale» del provvedimento stesso. La bagarre è immediata. Palese la sensazione che non sia tenuto conto affatto dello scontento manifestato da anni da parte del settore, oltre che delle grandi manifestazioni dell’ intera filiera sia all’ Auditorium in occasione dell’ ultimo Festival del Film di Roma sia al cinema Capranichetta dove tutta la cultura si era mobilitata per un ultimo appello di sostegno indirizzato al ministro. Anica e Agis (vedi articolo in basso) si attivano da subito per avere immediate risposte sulla mancata promessa di una proroga triennale di tax credit e tax shelter mentre l’ opposizione politica alza la voce: «Dalla tassa cinepanettone si passa al pacco di Natale per il Fus – afferma la deputata democratica, componente della commissione Cultura della Camera, Emilia De Biasi -. Quei 45 milioni sono poco più che un brodino al malato visto che si tratta di un finanziamento per soli sei mesi. O forse il ministro Bondi non sa che per incentivare gli investimenti occorrono politiche e finanziamenti di medio lungo periodo? In ogni caso la cosa più grave di tutte riguarda il mancato reintegro del fondo unico per lo spettacolo che resta amputato del 40%». Da parte sua, Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l’ Italia, entra nel dibattito e afferma: «Il dimezzamento del Fus in soli due anni mette in ginocchio tutto lo spettacolo italiano e la proroga per soli sei mesi di tax credit e tax shelter si traduce nell’ impossibilità di programmare investimenti a favore del cinema italiano». La rabbia e i commenti al vetriolo da parte di registi, attori, produttori, oltre che di tutti gli operatori dello Spettacolo è palpabile. Il regista Daniele Luchetti ironizza con tristezza: «Soli sei mesi di proroga? Sarebbe come immaginare una coppia nella quale l’ una dice all’ altro "Voglio un figlio, ma oggi pomeriggio, al massimo dobbiamo farlo domani mattina". Ancora una volta – dice il regista di La nostra vita – il ministro dimostra la sua incompetenza in materia di cinema. Sei mesi per noi che lavoriamo in questo settore, per i produttori e per gli investitori equivalgono al niente e dunque questa proroga è una solenne bocciatura. Un segnale di interesse? Un primo passo in avanti? Direi mezzo passo indietro se non di più – continua Luchetti -. Quanto al ventilato aumento di un euro sul biglietto del cinema, il regista propone: «Vogliamo autotassarci? Allora togliamo un euro a tutti, ma a tutti; da chi lavora su internet all’ industria dell’ homevideo, a tutte le produzioni, major e non, alla tassa di scopo dei provider della pirateria. Ma a patto che esista qualcuno che sappia gestire questo denaro. Finora non lo vedo». Tra gli attori, abbiamo ascoltato la voce di una delle interpreti più gettonate del momento e non solo, Carolina Crescentini: «E’ una situazione triste nella quale viene vanificata qualsiasi libertà per la cultura. Quella della proroga di sei mesi è solo un voler mettere una pezza, un cerottino ad un disfacimento annunciato. Ma lo sanno, al governo, quanto tempo ci vuole per "progettare" e girare un film?». RIPRODUZIONE RISERVATA.
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