Dopo un richiamo del commissario europeo ai Diritti umani.
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fonte:
- La Nuova Sardegna
ROMA.
L’ Italia sta mediando con Tripoli per risolvere la vicenda degli oltre 250 rifugiati eritrei rinchiusi in un centro di detenzione nel sud del deserto libico.
E sono già arrivati «importanti segnali»: la Libia sarebbe pronta ad una «piena collaborazione».
Il governo, alfine, sollecitato da più parti, si è mosso.
A chiedere l’ intervento dell’ Italia era stata un’ altra lettera, quella inviata il 2 luglio scorso ai due ministri, dal commissario ai diritti umani del Consiglio d’ Europa, Thomas Hammarberg.
Una richiesta di intervento, resa nota solo ieri, che ha immediatamente scatenato le reazioni dell’ opposizione.
Pd, Idv e Udc hanno chiesto al governo di intervenire e di riferire in Parlamento.
Se non lo farà per Roberto della Seta (Pd) si renderà «complice delle torture contro gli eritrei» e permetterà «a Gheddafi un massacro», come ha sottolineato Leoluca Orlando (Idv), mentre Angelo Bonelli dei Verdi ha chiesto una commissione di inchiesta Onu sulla vicenda.
Anche le associazioni hanno espresso «seria preoccupazione» per la sorte dei rifugiati eritrei.
Il presidente delle Acli Andrea Oliviero ha chiesto «un deciso intervento del governo» in seguito alle notizie secondo le quali «dopo i maltrattamenti subiti nei giorni scorsi, gli oltre duecento cittadini eritrei sarebbero in pericolo di vita».
Il Codacons ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma e il presidente della commissione permanente della Croce Rossa Internazionale ha esortato il governo a rispettare gli immigrati.
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