11 Novembre 2021

#DISDETTALEOTTA; #DAZNOUT – MA SI SONO ACCORTI I PRESIDENTI DI A CHE VENDENDO I DIRITTI A DAZN SI STANNO INIMICANDO I LORO PRINCIPALI “CLIENTI”

Un anno vissuto sul filo. Proprio adesso, quando le tensioni si stavano stemperando, si è aperto un nuovo fronte: «Il lavoro di Dazn sta andando nella giusta direzione, nelle ultime giornate di campionato si sono registrati miglioramenti sensibili», aveva detto lunedì il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino.
La fotografia di un clima più sereno dopo i blackout delle prime giornate di campionato sulla piattaforma streaming. Ma improvvisamente sono ricomparsi i nuvoloni, provocati dalla svolta sul doppio abbonamento, svelata dal Sole 24 Ore.
Sembra destino che l’avvento del calcio via web in Italia debba essere caratterizzato da una tensione costante. I problemi erano iniziati fin dalla scorsa primavera quando Dazn aveva sorprendentemente sorpassato Sky nell’offerta per trasmettere tutte le partite del campionato (sette in esclusiva e tre in condivisione): 840 milioni contro i 750 milioni messi sul piatto dalla pay tv satellitare.
Questa svolta storica, dopo 28 anni di predominio di Santa Giulia, aveva sollevato molte perplessità da parte dei club più scettici, un fronte guidato da Genoa, Roma, Sampdoria, Bologna e Sassuolo. I timori erano legati alla scarsa tenuta della Rete in Italia che avrebbe potuto provocare dirette turbolente con questo diluvio di calcio via streaming. Per smentire questi dubbi erano stati convocati anche professori universitari esperti di comunicazioni. L’assemblea di Lega, dopo settimane di fumate nere, alla fine assegnò i diritti 2021-24 a Dazn sotto la spinta del blocco guidato dalle grandi del Nord, Juventus, Inter e Milan. Dazn, però, presto è stata chiamata a un’altra battaglia, quella del nuovo sistema di rilevazione degli ascolti, studiato insieme a Nielsen e basato su metodi diversi rispetto a quello tradizionale dell’Auditel. Si sono attivate Antitrust e Agcom a colpi di istruttoria.
La Lega ha preferito non commentare ufficialmente l’ondata di critiche che si è abbattuta sul titolare dei diritti. C’è chi condivide l’esigenza di combattere la pirateria di quel 20% di abbonati che rivende l’abbonamento in un circuito parallelo. E quindi non considera sbagliata la decisione di Dazn, anzi la valuta utile a non deprezzare il valore dei diritti tv.
Ma non mancano i giudizi caustici: «Dazn non ne azzecca una», sibila un dirigente di club. Ieri le società hanno preferito concentrarsi su un altro tema: la creazione della media-company invocata dal presidente Dal Pino per dare una veste societaria alla realizzazione del centro di produzione tv della Lega a Lissone. La nuova veste societaria aiuterebbe a presentarsi in modo più moderno sui mercati finanziari e potrebbe essere il prologo a una ripresa della trattativa con i fondi internazionali. I club si sono riuniti in un hotel di Milano per accelerare.
La decisione di Dazn sul doppio abbonamento viene considerata una questione commerciale interna alla piattaforma streaming. Meglio evitare di infilarsi sotto i fulmini del nuovo temporale.

Tifosi di tutta Italia, si cambia. L’addio all’utilizzo di due dispositivi in contemporanea (se non si utilizza la stessa connessione) per accedere alle offerte di Dazn modificherà le abitudini degli italiani, in questi tre anni conquistati dallo streaming, dalle nuove tecnologie e dai nuovi dispositivi per la visione di una partita. In primis, questa rivoluzione toccherà la famiglia italiana.
Che potrà usare due device se restano sotto lo stesso tetto, ma se marito o moglie devono (o vogliono) passare qualche giorno lontano da casa (per lavoro, relax o altri motivi personali) tutto questo non potranno più farlo. Un esempio: lui in città, lei con i figli in montagna (o viceversa).

Adesso serve un solo abbonamento, tra qualche settimana tutto questo non potrà più accadere. Uno dei due dovrà rinunciare a entrare nell’app di Dazn per permettere all’altro la visione. O anche una coppia di fidanzati costretta dagli eventi a non vivere insieme non potrà più utilizzare simultaneamente lo stesso abbonamento.
Oppure i due amici che condividono la stessa passione per il calcio e hanno deciso di dividersi la spesa dell’abbonamento (al momento, 29,99 euro al mese). Non potranno più farlo, a meno che non siano coinquilini. È un cambiamento. Al quale, certo, ci si dovrà fare l’abitudine. Ma al momento non è stato preso benissimo dagli abbonati, che adesso avranno tutto il tempo per farsene una ragione e modificare le proprie abitudini. Situazioni che hanno già affrontato nel corso dei decenni.

PRIMA RIVOLUZIONE Infatti, l’ultima rivoluzione risale a qualche mese fa. Quando Dazn riuscì ad aggiudicarsi sette partite in esclusiva e tre in coesclusiva, acquistando i pacchetti 1 e 3 con un’offerta di 840 milioni di euro, ponendo fine all’egemonia di Sky, durata 17 anni.L’ennesimo ribaltone che colpì le abitudini degli italiani nel seguire il calcio, districandosi nel corso dei decenni tra cambi orari, anticipi, posticipo, gare al venerdì, Monday Night e turni infrasettimanali. Una nuova era rispetto al primo contratto con la Rai dell’autunno 1960. Dovuto al cambiamento del mercato con l’avanzata dei new media a discapito dei tradizionali broadcaster, finora disposti a pagare profumatamente per contenuti (le dirette integrali) che ai giovani interessano sempre meno.
TRE ANNI FA Il primo ingresso di Dazn nella nostra serie A è del 2018 con tre gare: un’altra tappa dell’evoluzione del tifoso davanti alla tv. La novità fu appunto subito rappresentata dai due device in contemporanea. Ora anche questo muro è caduto: resta sì questa possibilità, ma solo con la stessa connessione. Gli amanti del calcio dovranno abituarsi. In attesa di un ennesimo cambiamento nella vita (sportiva) di tutti i giorni.

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