23 Marzo 2018

Dischetti di un depuratore: giallo risolto

la “marea” di plastica arriva da un impianto a sud di salerno. il codacons: «ora la società responsabile paghi la bonifica»ambiente e inquinamento
GROSSETOL’ enigma è risolto ma resta la rabbia. E il danno ambientale.Erano le 11.16, ieri, quando le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che era stato finalmente risolto il mistero dell’ inquinamento da dischetti di plastica che, dalla settimana scorsa, avevano invaso più tratti costieri del Mar Tirreno centrale, con picchi sull’ Isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino e Anzio, e che erano arrivati anche in Maremma.Il depuratore. Il mistero lo hanno risolto le indagini delle strutture centrali e periferiche del corpo delle capitanerie di porto – guardia costiera, che hanno scandagliato gli assi fluviali Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano, intorno a Napoli, Salerno e Gaeta, è hanno potuto così accertare che l’ orine della “marea” di plastica era un impianto di depurazione in prossimità della foce del fiume Sele, a sud di Salerno.I filtri – ha appurato la guardia costiera – erano finiti nel fiume Sele e da lì in mare a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’ impianto. Le correnti li avevano poi sparpagliati fino alla Maremma.L’ attività di accertamento sul sito in questione prosegue ma intanto le informazioni finora acquisite sono state comunicate all’ autorità giudiziaria di Salerno che ha assunto il coordinamento delle indagini, delegandole alla Capitaneria di porto di Salerno.Il ministro. Il ministro dell’ Ambiente Gian Luca Galletti ha telefonato ieri all’ ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino per congratularsi per la rapidità con cui i suoi uomini sono riusciti a risolvere il mistero dell’ inquinamento da dischetti di materiale plastico rinvenuti sin dalla scorsa settimana sulle coste del Mar Tirreno Centrale e sul litorale campano e laziale tra Fiumicino e Anzio e maremmano.«Quanto accaduto è intollerabile – ha dichiarato il ministro Galletti -. Lo abbiamo affermato con grande forza sin dall’ inizio del nostro mandato: chi inquina non può e non deve rimanere impunito. Danneggia il nostro mare, gli ecosistemi e la salute dei cittadini ovvero il capitale più importante che abbiamo».Era stato proprio il ministro Galletti, a poche ore dai primi ritrovamenti di dischetti in mare, a dare incarico al Reparto Ambiente Marino (Ram) di coordinare le indagini. Ieri Galletti ha anche espresso tutta la sua soddisfazione per la professionalità dimostrata dall’ ammiraglio Pettorino nel dirigere le indagini dei tre reparti coinvolti: il Nucleo speciale d’ intervento (Nsi), il Terzo comando del reparto generale e appunto il Reparto ambiente marino della guardia costiera.Il Codacons. Aver trovato il responsabile non chiude, però, affatto la faccenda. Anzi. «La società che gestisce l’ impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele dovrà rispondere dei danni arrecati all’ ambiente» dice il Codacons, dopo la risoluzione del mistero dei dischetti di plastica che hanno invaso le coste del Tirreno.Proprio il Codacons nei giorni scorsi aveva presentato un esposto alla Procura di Grosseto, e in concomitanza anche a quelle di Napoli, Salerno, Latina, Roma e Civitavecchia.«Nei giorni scorsi con un esposto alle Procure di Napoli, Salerno, Latina, Roma, Civitavecchia e Grosseto avevamo chiesto di aprire indagini sul territorio alla luce dell’ ipotesi di disastro ambientale – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ora che è stata accertata l’ origine dei dischetti, la magistratura dovrà indagare la società responsabile dell’ impianto ubicato nella foce del Sele alla luce delle responsabilità legate al grave incidente, e gli operatori turistici e i soggetti danneggiati potranno costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale».Secondo il Condacos, «la stessa azienda dovrà farsi carico delle spese di bonifica e depurazione delle coste invase dai filtri in plastica, e risarcire i danni provocati alla flora, alla fauna e all’ ambiente delle aree coinvolte». (f.f.)

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