CAPACCIO PAESTUM – «La società che gestisce l’ impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele dovrà rispondere dei danni arrecati all’ ambiente». Ad affermarlo il Codacons, dopo la risoluzione del mistero dei dischetti di plastica che hanno invaso le coste del Tirreno, e che sarebbero fuoriusciti a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’ impianto di Varolato, nei pressi di Capaccio Paestum. To view this video please enable JavaScript, and consider upgrading to a web browser that supports HTML5 video Ecco il video del sequestro dell’ impianto di depurazione Sequestrato l’ impianto di depurazione di Capaccio Paestum. L’ operazione è stata portata a termine dalla Capitaneria di Porto di Salerno su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale. Infatti come è stato accertato è proprio da quell’ impianto che sono usciti fuori i dischetti di plastica (carrier) poi trovati su gran parte delle coste tirreniche. Nei giorni scorsi, il presidente Carlo Rienzi, con un esposto alle Procure di Napoli, Salerno, Latina, Roma, Civitavecchia e Grosseto aveva chiesto di aprire indagini sul territorio alla luce dell’ ipotesi di disastro ambientale. La vicenda sui dischetti “carrier” ritrovati sui litorali di numerose aree di Campania, Lazio, Calabria e Toscana aveva posto una serie di interrogativi sulla loro provenienza. Si erano susseguite le ipotesi più diverse, alcune per la verità molto fantasiose, poi la soluzione, giunta alcuni giorni fa, con la Capitaneria di porto di Salerno che provvide al sequestro (con facoltà d’ uso) del depuratore capaccese, su ordine della Procura di Salerno. «Ora che è stata accertata l’ origine dei dischetti – afferma Rienzi – la magistratura dovrà indagare la società responsabile dell’ impianto, alla luce delle responsabilità legate al grave incidente, e gli operatori turistici e i soggetti danneggiati potranno costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale». Andrea Passaro ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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