7 Novembre 2020

«Dimostrata la nostra estraneità» Ma i comitati: «È solo una tappa»

LE REAZIONI Angela Trocini «Una sentenza», quella emessa ieri sulle fonderie Pisano, che a parere dell’ imprenditore Guido Pisano (presidente delle omonime fonderie) rappresenta «una risposta, sia pur circostanziata al primo grado, a quanti hanno rappresentato le fonderie come luogo produttore di effetti nefasti per il territorio e per le persone che lo abitano. E le ricostruzioni evocanti effetti tragici si sono, ancora una volta, infrante su pronunce dei Tribunali». Non fanno sconti i Pisano a coloro i quali continuano in «dichiarazioni totalmente esultanti da ogni reale ricognizione dei fatti. E anche nelle ultime ore dobbiamo constatare la diffusione di interpretazioni, a commento della sentenza, totalmente dissaldate da essa e tali da indulgere verso una sua mistificazione». La nota dei Pisano continua: «Da quanto si coglie nel dispositivo si può affermare come si riconosca la totale estraneità delle Fonderie rispetto al paventato quadro di inquinamento del territorio e di compromissione della pubblica incolumità sbandierato per anni, tanto che il giudice ha respinto la richiesta di risarcimento del danno di tutte le persone fisiche (un centinaio) che si erano costituite parte civili, riconoscendo così l’ inesistenza di danni alle persone fisiche intervenute nel processo». Un rito abbreviato, voluto dagli imputati, proprio con «la finalità di accertare, nel minor tempo possibile, la totale estraneità dalle responsabilità di cui ai reati contestati». Ed anche in questa occasione si è ribadito, da parte dei Pisano, come sia «ferma l’ intenzione di procedere ad una nuova localizzazione del sito produttivo», si legge nella nota. GLI AMBIENTALISTI E non sono mancate le reazioni degli ambientalisti: c’ è chi ha ammesso l’ insoddisfazione per il verdetto e chi, invece, ha visto – nella condanna con un’ ammenda per un solo capo d’ imputazione (la gestione illecita di rifiuti non pericolosi, derubricando l’ originaria contestazione) rispetto ai nove contestati – una piccola vittoria, da cui ripartire. Per Legambiente, il verdetto «non rende giustizia e non assicura il diritto alla salute dei tanti cittadini. Una sentenza che non ci soddisfa, aspettiamo le motivazioni», hanno affermato Francesca Ferro e Fabio Torluccio rispettivamente direttore Legambiente Campania e l’ avvocato di Legambiente Campania. Per Lorenzo Forte, presidente dell’ associazione Salute e Vita, «non siamo pienamente soddisfatti perché ci aspettavamo che venissero condannati per tutti i capi di imputazione. Aspettiamo di leggere le motivazioni sia sulla condanna che sulle assoluzioni e vedremo se la procura valuterà di proporre appello avverso la decisione del gup affinché il diritto alla salute, sancito nella nostra Costituzione, venga rispettato anche a Fratte e nella Valle dell’ Irno. Purtroppo non è un giorno di giustizia per la popolazione perché non è una giustizia piena, ma non ci fermeremo ed andremo avanti: questa è solo una tappa, una piccola vittoria di una lunga battaglia che, per quanto ci riguarda, terminerà solo quando verrà fuori tutta la verità e, a nome dell’ associazione, ringrazio i cittadini che quotidianamente ci segnalano l’ odore nauseabondo e le polveri sottili provenienti dalla fonderia». Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale Cinquestelle, Michele Cammarano: «È un primo risultato del procedimento, ma la nostra azione di denuncia al fianco dei comitati e dei cittadini continuerà sempre nella difesa del diritto alla salute. Speriamo in un appello». Per il vicesegretario di Codacons, l’ avvocato Matteo Marchetti si tratta di una sentenza di primo grado, «quindi appellabile. Confidiamo, in attesa di leggere le motivazioni, che ci siano ampi argini da parte della procura di appellare la sentenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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