Dieselgate, anche l’ Europa pressa FCA
TORINO – Non si placa la turbolenza intorno al Gruppo FCA. Dopo le accuse che ieri sono arrivate dalla Enviromental Protection Agency americana a cui l’ ad Sergio Marchionne ha risposto con vigore « Non c’ è da parte nostra nessun interesse a frodare. Abbiamo la coscienza pulita » oggi è la volta della Commissione europea . Se le parole del numero uno del gruppo italo americano hanno tranquillizzato le borse, con Exor (la holding della famiglia Agnelli che possiede FCA) in rialzo del 5,8% e FCA saldamente in terreno positivo (+4,5%), sicuramente non hanno avuto effetto sulla Commissione europea. BRUXELLES – Da Bruxelles, infatti fanno sapere che si sta esaurendo il tempo che le autorità italiane hanno per dare le spiegazioni richieste sulla contestazione dell’ omologazione della Fiat 500X diesel sollevate a settembre scorso dal Ministro tedesco dei trasporti. « Gli stati membri sono responsabili della certificazione delle auto – ha spiegato la portavoce della Commissione europea, Lucia Caudet – l a Germania ha sollevato serie preoccupazioni sulla compatibilità di un modello Fiat con la legislazione europea sulle emissioni, cosa che le autorità italiane contestano ». GERMANIA – A questo punto « la Germania ha chiesto di intervenire in un processo di mediazione, che è uno sforzo per trovare un accordo comune – ha aggiunto la Caudet – Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di presentare spiegazioni convincenti e stiamo esaurendo il tempo, perché vogliamo concludere molto presto il negoziato ». In Italia, invece, Altroconsumo e il Codancons hanno preso posizione . ALTROCONSUMO – «I l comportamento finito sotto accusa negli Usa di spegnere i sistemi di controllo degli inquinanti in certe condizioni è plausibile che sia stato montato anche sui modelli in Europa – si legge nella nota di Altroconsumo – Gli studi della KBA tedesca e anche del CNR italiano avevano evidenziato queste anomalie. La differenza è che negli Usa occorre sempre dichiararlo all’ EPA in fase di omologazione. In Ue la normativa lacunosa sembra lasciare al costruttore maggiore manovra a riguardo ». CONDACONS – Il Codacons, invece, ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Torino « Crediamo sia necessario accertare se i motori diesel contestati dalla autorità Usa siano commercializzati anche in Italia o se lo siano stati in passato – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – s e dovesse emergere il coinvolgimento del mercato italiano, siamo pronti ad assistere i proprietari di vetture Fca in eventuali azioni legali, compresa una class action, al pari di quanto già fatto per il caso Volkswagen ».
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