Diamanti, rischio spostamento per incompetenza territoriale
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fonte:
- Gazzetta di Reggio
REGGIO EMILIA. Ancora una complessa “tappa” dell’udienza preliminare- in corso in tribunale a Milano – sullo scandalo dei diamanti. QUESTIONI PRELIMINARI Sollevate diverse questioni preliminari dai legali e relative per lo più al foro milanese, ritenendolo non competente territorialmente (alcuni difensori sostengono infatti che il procedimento non debba tenersi dove la banca coinvolta ha la sede legale, bensì nel luogo dove si è concluso il contratto d’acquisto dei diamanti) che si vanno ad aggiungere all’identificazione dei responsabili civili (Banco Bpm, Unicredit e Montepaschi)e su questo versante il gup Manule Scudieri ha analizzato il tema dell’inclusione della fallita Idb – una delle società coinvolte – come responsabile civile.Il procedimento è legato alla mega inchiesta del 2016 che ha scoperchiato presunti profitti illeciti per 500 milioni di euro. Diamanti piazzati (si stima per 5 volte il loro reale valore di mercato) tramite le banche a diversi vip, ma anche a semplici clienti che si fidavano del loro istituto di credito.I reati ipotizzati dalla pm Grazia Colacicco sono – a vario titolo – truffa, autoriciclaggio, corruzione fra privati e in un caso specifico l’ostacolo all’autorità di vigilanza. Sono centocinque gli imputati alla sbarra. PREZIOSI SVALUTATI I clienti che avevano investito in quei preziosi si sono trovati in mano diamanti che poi sul mercato hanno scoperto valere in media il 30%, con punte del 20%, di quanto loro avevano pagato. Le persone giuridiche per cui è stato chiesto il processo sono Banco Bpm, che insieme a un suo ex dirigente (Maurizio Faroni), dovrà anche rispondere di ostacolo all’autorità di vigilanza (l’istituto è na-to nel 2017, dalla fusione del Banco Popolare e di Bpm, ereditando quello che ora è uno scottante dossier diamanti), la sua controllata Banca Aletti, Unicredit, Banca Mps e Idb. Altre due società indagate, Intesa Sanpaolo e Dpi, hanno invece chiesto il patteggiamento, ottenendo già il parere favorevole della procura. PARTI CIVILI DECAPITATE Già escluse circa due terzi delle 600 iniziali parte offese, tra cui risparmiatori e associazioni di consumatori. In particolare sono fuori gioco Codacons, Movimento difesa cittadini sezione di Verbania, Assoutenti, Codici e Confconsumatori e coloro che non hanno fatto querela o che hanno già ricevuto un ristoro tramite transazione con le banche (in chiave reggiana cinque investitori sono già stati risarciti con cifre importanti). «Appare ingiusta la decisione del gip di escludere come parti civili coloro che non avevano presentato denuncia o querela – ribatte Camilla Cusumano, avvocato dello studio Legals, con delega Adusbef – infatti la parte civile è il danneggiato e non la persona offesa». T.S. ©
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