21 Ottobre 2021

Diamanti, risarciti dalle banche quattro reggiani per cifre importanti

Reggio emilia. Mentre l’udienza preliminare – a Milano – sullo scandalo diamanti è ancora alle battute iniziali, stanno parallelamente concretizzandosi diverse transazioni con le banche (anche per cifre non indifferenti) riguardanti investitori reggiani, per la precisione sono quattro le posizioni definite.

Assistiti dall’avvocato Claudio Vincetti (studio Ferrari-Vincetti & associati), due imprenditori reggiani hanno trovato un accordo con la banca (Bpm), rientrando per circa l’80% da quell’investimento in diamanti risultato una beffa: in un caso la transazione ha toccato i 100mila euro, nell’altro si è attestata sui 50mila euro. Una soluzione transattiva per circa l’80% dell’investimento in diamanti che – di recente – è stata trovata con la Bpm anche da parte di un dirigente d’azienda reggiano (la somma è importante) sempre tramite l’avvocato Vincetti
Mentre si è costituito parte civile un imprenditore reggiano 53enne – tutelato dall’avvocatessa Raffaella Pellini – che ha rifiutato, ritenendola insufficiente, la proposta risarcitoria della Bpm (in questa vicenda l’investimento in diamanti era stato per circa 80mila euro). Mentre una pensionata reggiana 85enne (sempre assistita dall’avvocatessa Pellini) ha trovato un accordo transattivo sui 50mila euro con la banca (Unicredit). Ieri, intanto, è stata più che dimezzata dal gup Manuela Scudieri la lunga lista dei candidati ed essere parti civili nel procedimento per quella che gli inquirenti (la pm Grazia Colacicco rappresenta l’accusa) inquadrano come una maxi truffa sulla vendita di diamanti a prezzi gonfiati e che vede imputate 105 persone e 5 società, tra cui Banco Bpm, Unicredit, Mps e Banca Aletti. Il gup milanese ha infatti escluso oltre la metà delle circa 600 parti offese individuate dalla Procura, a cui si aggiungono altri risparmiatori e associazioni di consumatori, che hanno chiesto di entrare nel processo. Tra coloro che si sono visti rigettare l’istanza ci sono il Codacons, il Movimento Difesa Cittadino sezione di Verbania, Assoutenti, Codici e Confconsumatori e poi coloro che non hanno presentato querela o che hanno già avuto un ristoro raggiungendo una transazione con gli istituti di credito.

Inoltre il gup Scudieri ha ribadito che non si può essere parte civile nei confronti di società imputate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti e ha anche autorizzato la citazione dei responsabili civili: Banco Bpm, Unicredit, Montepaschi.

Il procedimento è legato alla mega inchiesta del 2016 che ha scoperchiato presunti profitti illeciti per 500 milioni di euro. Diamanti piazzati (si stima per 5 volte il loro reale valore di mercato) tramite le banche a diversi vip, ma anche a semplici clienti che si fidavano del loro istituto di credito.

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