Diamanti, 21 veneti (7 veronesi) tra i 105 a rischio processo
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fonte:
- Corriere del Veneto
VERONA Una presunta maxi truffa con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro e migliaia di persone raggirate, tra cui clienti vip come Vasco Rossi. In 105 sul banco degli imputati, altri 575 saranno invece parte civile. Grandi numeri, quello che si prospettano per la maxi udienza preliminare fissata per il 19 luglio prossimo a Milano dalla dice Manuela Scudieri per discutere di quello che è passato alle cronache come lo «scandalo dei diamanti». Un caso che, vista la mole di persone coinvolte, non verrà trattato presso il palazzo di giustizia del capoluogo lombardo bensì all’interno dello Spazio Fiera di Milano. Una vicenda che vede il Veneto e soprattutto Verona direttamente chiamati giucausa. Decine infatti i residenti in regione che risultano parte lesa, per non parlare degli imputati: tra le persone fisiche, 21 sul totale di 105 a rischio di processo sono veneti e 7 di loro veronesi. Ma non solo: chiudendo le indagini sulla vendita dei preziosi attraverso il circuito bancario, la Procura di Milano ha posto nel mirino e chiesto il rinvio a giudizio non solo per i 105 imputati «fisici» ma anche per Banco Bpm, Unicredit, Mps, Banca Aletti e Idb Le accuse sono, a vario titolo, truffa, autoriciclaggio e corruzione fra privati, per un presunto ingiusto profitto ai danni dei piccoli investitori, che i pm meneghini hanno quantificato in circa 500 milioni di euro, 314 dei quali per i broker delle pietre preziose. Gli imputati fisici sono dirigenti, ex dirigenti, funzionari ed ex funzionari delle banche e di due broker di diamanti, International Diamond Business e Diamond Private Investment. Altri due istituti di credito coinvolti, Intesa Sanpaolo e Dpi, hanno invece chiesto il patteggiamento, ottenendo già il parere favorevole della Procura: per la banca una pena pecuniaria di 100mila euro e la confisca di 61mila euro come profitto del reato, per il broker una pena pecuniaria di 34mila euro e laparti lese, che potranno chiedere di costituirsi parte civile e partecipare così al processo, sono tutti clienti delle banche che ritengono di essere stati truffati, oltre all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm),a Banca d’ItaliaItalia, alle due associazioni di consumatori Codacons e Asso-Consum e alla società Camelot Holding. L’inchiestainchiesta, che nel febbraio 2019 aveva portato al sequestro di oltre 700 milioni ai due broker e alle banche, è stata chiusa nell’ottobre 2019 con 87 indagati che adesso, con la richiesta di rinvio a giudizio, sono saliti a 105. L’accusa sostiene che le due società broker abbiano condotto la truffa con la consapevole partecipazione delle banche sino al dicembre 2016. A partire dal 2017, dopo la multa dell’AntitrustAntitrust, tutte le banche,a eccezione del Banco Bpm, hanno iniziato a restituire integralmente il denaro ricomprando le pietre al prezzo originario. Lo stesso istituto, guidato dall’ad Giuseppe Castagna, ha riconosciuto la differenza fra il presunto valore effettivo dei diamanti e il prezzo pagato a suo tempo, lasciando le pietre in mano ai clienti. Proprio i vertici degli istituti di credito, stando agli inquirenti, avrebbero ricevuto in cambio della loro presunta complicità «una serie di regali». Sarebbe accaduto,ad esempio, con l’ex dg di Bpm Maurizio Faroni come anche l’ex ad di Banca Aletti, Maurizio Zancanaro.
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