Derivati Mps, l’appello con partenza soft
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fonte:
- La Nazione
Una prima udienza soft, servita solo per programmare tutte le altre.E per assistere a un drastico taglio delle parti civili, con oltre 300 su 456 revocate e quindi uscite dal processo perché hanno trovato un accordo. Il processo d’appello sul caso derivati Mps, il secondo grado sulle pesanti condanne inflitte agli ex vertici Mussari e Vigni, ai manager del Monte, di Nomura e Deutsche Bank è cominciato ieri mattina a Milano.«La sensazione – afferma l’avvocato Mauro Minestroni, che con Paolo Emilio Falaschi è tenace nella difesa delle parti civili – è che la presidente Angela Scalise voglia stringere i tempi. Intanto è stata annullata l’udienza programmata il 20 dicembre. Si tornerà in aula il 24 gennaio, con la discussione del procuratore generale e delle prime 50 parti civili.Il procuratore ha anticipato che la sua discussione durerà un’ora e che è sua intenzione inviare alle parti, prima della prossima udienza, la sua relazione. Il calendario del processo da gennaio a marzo resta invariato, l’ultima udienza è programmata il 31 marzo». E’ stato soprattutto l’avvocato Bruno Barbieri di Bologna, legale del Codacons Emilia-Romagna,a revocare centinaia di posizioni di parti civili. Ma questo non implica conseguenze sul processo d’appello per le imputazioni di manipolazione del mercato, falsi in prospetto e in bilancio e ostacolo alla vigilanza per la faccenda dei derivati Alexandria e Santorini. «Ho discusso un question time in commissione Finanze e ho chiesto al Governo di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di tutti i vertici di Monte Paschi susseguitisi fino al 2020, richiedendo inoltre un risarcimento alle controparti Nomura e Deutsche Bank per evitare una ricapitalizzazione a carico del bilancio pubblico. La risposta del sottosegretario Freni è stata imbarazzante in quanto per il Governo una sentenza del tribunale di Milano che ha condannato in primo grado Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, tutti ex amministratori della banca, sempre per l’acquisizione di Antonveneta e per le modalità con cui i bilanci successivi erano stati artefatti affinché si potesse dimostrare che l’acquisto era stato redditizio, non è sufficiente per avviare un’azione di responsabilità».E’ l’atto di accusa del deputato M5 Stelle Alessio Villarosa che ha attinto dalla memoria difensiva presentata dall’avvocato Falaschi. Anche Villarosa chiede l’annullamento delle transazioni tra Mps, Nomura e Deutsche Bank e parla di «risarcimenti importanti che potrebbero arrivare. Ho già inoltrato la risposta alla mia interrogazione alla commissione d’inchiesta sulle banche affinchè possa valutare il comportamento del Governo».
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