25 Febbraio 2014

«Depurazione, cittadini pronti alla denuncia»

«Depurazione, cittadini pronti alla denuncia»

SACILE «Pronti alla denuncia per il rimborso del canone di depurazione». La “guerra dell’ acqua sporca” va alla resa dei conti di massa: nell’ assemblea pubblica per il rimborso in agenda il 3 marzo alle 20,30 alla pizzeria “Alla Favola”. A Sacile centinaia di residenti potrebbero rivendicare i soldi e interessi maturati della bolletta, pagata nel 2009, per un servizio fantasma. «Il rimborso depurazione è un diritto – dice Rossana Casadio portavoce di Sps -. I cittadini si organizzano: class action oppure ricorsi e denunce, vedremo di trovare la forma per riavere il dovuto. Sarà relatore il giudice emerito Raffaele Vairo». Nel 2009 la tassa sull’ acqua ha addebitato un canone di depurazione fantasma. «I cittadini che non hanno usufruito del servizio di svuotamento, hanno subito un prelievo illegittimo – dice Casadio forte di leggi e vertenze delle associazioni dei consumatori di mezza Italia -. Forse anche illecito». Il Codacons, per esempio, ha stimato di media a ogni cittadino una somma da restituita di 800 euro, spalmata su più anni retroattivi al 2009. La sentenza della Corte costituzionale, infatti, parla chiaro, visto che in merito all’ articolo 14 della legge numero 36 del 1994 è stata dichiarata l’ illegittimità costituzionale. La sentenza della Corte costituzionale numero 335 il 10 ottobre 2008, e del conseguente decreto del 2009, ha consentito di chiedere lo storno della quota depurazione nella fattura dell’ acqua, per quelle utenze che non sono allacciate alla fognatura. Gli “ermellini” hanno sottolineato l’ illegittimità costituzionale. È una vicenda giudiziale contorta, quella vissuta a Sacile. L’ ex consigliere comunale Rossana Casadio aveva ricorso contro il Comune e in gennaio scorso, poi l’ estinzione del processo non ha chiuso la vertenza su 145 euro. Che riparte con una pattuglia di cittadini pronti alla “guerra dell’ acqua sporca” con rimborso che reclama tripli zeri. «I cittadini possono promuovere il processo con l’ assistenza di un avvocato – il giudice emerito Vairo ha anticipato il consiglio -. La restituzione dell’ indebito è un diritto sacrosanto, usurpato con prepotenza da un’ amministrazione pubblica che dovrebbe avere a cuore i diritti dei cittadini”. La deduzione è chiara. “L’ amministrazione avrebbe dovuto rimborsare i sacilesi, se è vero che nel 2009 non è stato reso il servizio».(c.b.) ©RIPRODUZIONE RISE

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