Della Valle sul Colosseo: «Verifiche rapide o lascio»
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fonte:
- Corriere della Sera
- Libero
ROMA — Dalla battaglia per
il Colosseo alla guerra fra monumenti.
Ora che la querelle sull’Anfiteatro
Flavio impazza, tra
pronunce dell’antitrust e del
Tar e inchieste di Procura e Corte
dei Conti, c’è chi si fa avanti:
«Diego Della Valle rinunci e investa
nella Valle dei Templi», dice
il sindaco di Agrigento Marco
Zambuto.
Di sicuro, al patron del gruppo
Tod’s, che ha investito 25 milioni
di euro per rimettere a posto
il monumento simbolo della
Capitale, l’idea di mollare tutto
è venuta davvero. E, ieri mattina,
l’ha esposta prima al sottosegretario
Roberto Cecchi, poi
al ministro della Cultura Lorenzo
Ornaghi, in un vertice al Mibac:
«Ho detto ad Ornaghi —
spiega l’imprenditore, in una
conferenza organizzata all’hotel
Hassler — che eravamo
pronti a rinunciare, visto che la
nostra sponsorizzazione a molti
non piace e vuole essere fatta
passare per un’operazione commerciale.
Non è così, non c’è
nessuna contropartita economica,
i documenti ufficiali sono
chiari». Ornaghi l’ha invitato, si
legge in una nota, «ad attendere
prima di maturare una decisione
definitiva». Ornaghi ha
anche incontrato Cecchi, che all’epoca
della stipula della sponsorizzazione
era commissario
per l’area archeologica, e gli
«ha manifestato stima e fiducia
». Cecchi, da parte sua, ha ribadito
«che l’ex struttura commissariale
ha agito per l’interesse
pubblico e con correttezza».
Della Valle, dopo aver visto
Ornaghi, è tornato sui suoi passi:
«Ho ascoltato il consiglio del
ministro e ho deciso che aspetaspetteremo
un po’, per avere i risultati
delle inchieste e dei controlli.
Ho solo una richiesta: che si
faccia in fretta. Siamo un gruppo
quotato in Borsa». L’imprenditore
è piuttosto seccato: «In
tanti anni di lavoro, questa la
trovo una roba incredibile… Ci
vogliono far passare per quelli
che monopolizzano il Colosseo.
Dietro c’è una regia. Chi ha fatto
questo per piccolo cabotaggio
cittadino non si rende conto
di cosa ha messo in piedi». Il
Codacons, che ha presentato il
ricorso al Tar (si discute il 26
gennaio), replica: «Noi sappiamo
bene cosa abbiamo fatto: garantire
la correttezza di tutte le
procedure che coinvolgono cittadini
o beni della collettività è
il nostro lavoro da anni». La
Uil, che invece ha presentato gli
esposti a magistratura ordinaria
e contabile, aggiunge: «La
posizione di Ornaghi è scontata.
Si aspetti e si rispetti il lavoro
dei giudici».
Della Valle insiste: «Queste
polemiche non aiutano certo a
coinvolgere altri gruppi. Speravo
che la nostra operazione facesse
da apripista ad altri interventi
simili, a Pompei, Venezia,
Firenze. L’altra sera, invece, un
amico che stavo cercando di
coinvolgere mi ha detto: "Sei
matto, mi vuoi mettere nei
guai?"». Ma sulla sponsorizzazione
del Colosseo c’è o no un
ritorno economico? «Di nessun
tipo. Noi possiamo promuovere
il restauro, dire che l’abbiamo
fatto noi, mettere il nostro
nome sui pannelli a terra davanti
al Colosseo e scrivere sui biglietti
da visita che i lavori li abbiamo
finanziati noi. Poi c’è
una onlus («Amici del Colosseo
», ndr), senza fine di lucro,
che può, per 15 anni, realizzare
una serie di azioni, facilitare
l’ingresso di donne, anziani e
disabili al Colosseo, creare un
centro servizi, portare le scuole
». Possibili ritardi nel restauro?
«Il nostro dovere era far partire
la fideiussione e
la prima tranche di
10 milioni è già nelle
casse del ministero.
Speriamo li usino
quanto prima. Da
quanto mi hanno detto
i bandi dovrebbero
partire, ma questo
lo dovete chiedere alle
persone competenti
». Anche Gianni Alemanno
è seccato:
«Ha ragione», dice
Della Valle. Il sindaco
ringrazia l’imprenditore «per la
pazienza e il coraggio dimostrato.
Nei prossimi giorni convocherò
chi ha fatto ricorso». La
battaglia del Colosseo continua.
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