Delitto contro le donne istituzioni parte civile
-
fonte:
- Il Gazzettino
Sanaa trova al suo fianco, dopo la morte, le istituzioni. Stato, Regione e Provincia sono stati ammessi parte civile nel processo contro Elketaoui Dafani, 45 anni, il padre che l’ha uccisa il 15 settembre scorso a coltellate perchè a sua insaputa era andata a convivere e a lavorare con il fidanzato Massimo De Biasio. Enti, ma anche l’Acmid Onlus (Associazione donne marocchine in Italia), avranno la possibilità di dimostrare che il delitto di Montereale Valcellina non può essere ridotto a un contesto familiare, ma che è stato un «episodio di violenza contro la libertà e l’integrazione delle donne».
È stata una camera di consiglio lunga e delicata, alla quale l’imputato non ha partecipato. Il gup Patrizia Botteri doveva decidere sia sull’ammissione delle parti civili sia sul rito processuale. La difesa – avvocati Leone Bellio e Marco Borella – chiedeva un rito abbreviato condizionato all’acquisizione di una consulenza psichiatrica. Nella relazione medico legale si riconosceva che Dafani era capace di intendere e volere nel momento in cui ha ucciso la figlia. Ma che, dal punto di vista psichiatrico-forense, era stato mosso da motivi passionali non compatibili con la premeditazione contestata dal pm Maria Grazia Zaina: un raptus, dunque. Il gup non ha ammesso la perizia, non l’ha ritenuta decisiva ai fini della sentenza. Si procederà con rito abbreviato ordinario che consentirà lo sconto di un terzo della pena; il 14 giugno la prima udienza.
Alle decisione si è giunti dopo quasi quattro ore e mezza. L’udienza è cominciata alle 14.30. Sei le istanze di parte civile proposte. A quella di Massimo De Biasio, il fidanzato di Sanaa rimasto a sua volta accoltellato nel tentativo di difendere la ragazza dall’aggressione del padre, si sono aggiunte quella del ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna e del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, alla quale si sono aggiunti la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Pordenone, l’Acmid e il Codacons, quest’ultimo attraverso il suo presidente Vitto Claut.
La difesa ha sollevato eccezioni sia di ordine formale che nella sostanza. Per lo Stato, ad esempio, era stato contestato il fatto che l’avvocatura si era mossa dopo un fax inviato dal sottosegretario Gianni Letta. E per la Regione era stati posti dubbi sull’iter che aveva portato alla delibera per la costituzione di parte civile. Opposizione, inoltre, per quanto riguarda l’associazione dei consumatori. I difensori di Dafani hanno chiesto termine per valutare ogni singola istanza, ma il giudice ha soltanto sospeso l’udienza concedendo un’ora di tempo affinchè valutassero le memorie presentate dalle parti civili.
Una volta ascoltate le eccezioni sollevate dalla difesa, il gup si è ritirato per decidere. Ha ammesso tutti, tranne il Codacons, che ha visto vanificare ogni pretesa risarcitoria: per l’associazione, infatti, il giudice non ha rilevato un danno diretto e consequenziale.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE