Ddl concorrenza non piace ad associazioni consumatori. CGIA: liberalizzazioni flop negli ultimi 20 anni
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Titta Ferraro MILANO (Finanza.com)
Fredda accoglienza delle associazioni dei consumatori al via libera del governo al ddl concorrenza. A destare preoccupazioni è soprattutto l’addio al mercato tutelato dell’energia che potrebbe tramutarsi in un “regalo alle aziende”, ammoniscono Adusbef e Federconsumatori. Il Codacons invece si scaglia contro il provvedimento sull’RC auto che rischia di essere una “bufala” per i cittadini” determinando costi a carico degli utenti ben più elevati degli sconti promessi.
Addio a mercato tutelato dell’energia
Per l’Unione nazionale dei consumatori (UNC) in questi anni chi è passato al mercato libero dell’energia ha pagato prezzi superiori del 15-20% rispetto a quello tutelato. “Il passaggio obbligato al mercato libero dell’energia è un sopruso ed un gentile omaggio alle imprese, non certo ai consumatori” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. Dopo oltre 7 anni da quando il mercato dell’energia è stato liberalizzato (1° luglio 2007) il primo operatore detiene circa il 50% dei volumi serviti ed i principali 3 oltre il 70%. Per il gas dal 1° gennaio 2003 i consumatori possono scegliere il proprio fornitore di gas naturale. “Eppure, dopo oltre 12 anni, solo 4 venditori hanno quote di mercato significative in più di 5 regioni e, di questi, solo 2 sono presenti in più di 15 regioni”, rimarca l’UNC.
Penali telefoniche reintrodotte
Il ddl concorrenza va poi a reintrodurre le penali per chi abbandona la compagnia telefonica. “Invece di eliminare del tutto le spese di chiusura del conto telefonico (salvo smartphone in omaggio e promozioni particolari), realizzando la vera portabilità, come c’è ad esempio per i conti correnti, il Governo prima partorisce un topolino: le spese e gli altri oneri restano e l’unico obbligo è quello di commisurarle al valore del contratto e renderle note al consumatore e all’Agcom”, tuona l’UNC. Inserito anche un tetto al contratto di 2 anni perché il consumatore possa liberarsi della compagnia. Nel testo si riparla delle penali formalmente eliminate dalla legge 2 aprile 2007, n. 40: “l’eventuale penale deve essere equa” si legge nel testo.
Secondo l’UNC non mancano le cose che potrebbero essere facilmente fatte e di cui non c’è traccia nel disegno di legge, dall’eliminazione delle spese di spedizione delle bollette a carico degli utenti alla completa liberalizzazione dei saldi e delle vendite sottocosto.
RC Auto e scatola nera, più costi che risparmi
Sotto accusa anche il provvedimento sull’Rc auto contenuto nel Ddl Concorrenza che introduce uno sconto sulle tariffe assicurative in favore degli automobilisti che decideranno di installare la scatola nera sulla propria vettura. Il Codacons ritiene che rischia di tramutarsi in una colossale “bufala” per i cittadini, e di determinare costi a carico degli utenti ben più elevati degli sconti promessi. “Se tutti gli italiani decidessero di dotarsi della scatola nera, la spesa per l’intero sistema sarebbe pari a 3,1 miliardi di euro, considerato che ogni singolo apparecchio ha un costo di gestione annuo di circa 75 euro – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – La spesa per l’installazione, la gestione e la manutenzione della scatola nera, se a carico degli automobilisti, non solo vanificherebbe lo sconto sulle tariffe rc auto promesso dal Governo, ma addirittura determinerebbe rincari in quelle zone d’Italia dove le tariffe rc auto sono più basse. Se invece tali costi fossero a carico delle compagnie si assicurazioni, inevitabilmente verrebbero traslati sugli assicurati attraverso i prezzi delle polizze”.
Da rc auto a pedaggi autostrada, le liberalizzazioni che non hanno portato vantaggi ai consumatori
L’Ufficio studi della CGIA rimarca come, a eccezione di medicinali e telefonia, nei settori che negli ultimi 20 anni sono stati interessati dal processo di apertura alla concorrenza, i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell’inflazione: in pratica, l’obbiettivo di favorire i consumatori finali non è stato raggiunto. In particolare per le assicurazioni sui mezzi di trasporto dal 1994 a oggi le tariffe sono aumentate del 189,3%, a fronte di un incremento dell’inflazione del 50,1%. per i servizi bancari/finanziari in 20 anni le tariffe sono cresciute del 115,6%, i pedaggi autostradali (liberalizzazione a partire dal 1999) le tariffe sono mediamente cresciute del 69,9%, mentre l’inflazione del +36,5%.
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