Il ddl Concorrenza è legge Ma piovono critiche
-
fonte:
- Gazzetta di Parma
calenda: «un segnale di serietà». però mucchetti non vota
ROMA II Sono passati 30 mesi da quando il ddl Concorrenza fu presentato al consiglio dei ministri nel febbraio 2015. Dopo due anni e mezzo quella norma «annuale» è diventata finalmente legge e il governo esulta per un risultato che sembrava sempre più difficile da ottenere. Se il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni parla di un «impegno mantenuto», anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda definisce l’ approvazione un «segnale di serietà» per il Paese. L’ ok definitivo al provvedimento è arrivato dopo tanti stop e lente ripartenze. In circa 900 giorni di iter parlamentare, il ddl è sopravvissuto a un cambio di ministro competente (il ddl era stato presentato da Federica Guidi, dimessasi a marzo 2016), diverse elezioni amministrative e al referendum costituzionale di dicembre. La legge introduce novità su assicurazioni, professioni, energia, comunicazioni, ambiente, trasporti, turismo, poste, banche e farmacie con l’ obiettivo, sempre secondo Calenda, «di stimolare la crescita, la produttività e consentire ai consumatori di avere accesso a beni e servizi a minor costo». Anche l’ autorità Antitrust si è mostrata soddisfatta per il via libero, sebbene – con uno sguardo più orientato al futuro – abbia consigliato per la prossima volta di riflettere sull’ utilizzo di uno stru mento più «rapido e incisivo». Non si sono invece risparmiati con le critiche i consumatori, i liberi professionisti e gli stessi politici (compresi esponenti del Pd, non a caso il testo è stato approvato con una maggioranza risicata). Il capitolo del provvedimento preso più di mira è stato sicuramente quello sull’ energia. Ad aprire la pioggia di polemiche è il presidente della commissione Industria Senato, Massimo Mucchetti (Pd), che non ha votato la fiducia definendo la legge «un favore a grandi aziende come Enel, Generali, Unipol, Wal greens Boots Alliance e Big Pharma». «Il voto di Mucchetti? Un suo diritto», commenta Calenda. Critica anche l’ Unione nazionale dei consumatori: basterebbe la fine del mercato tutelato nel settore dell’ energia-spiegal’ associazioneper esprimereungiudizio negativo «considerato che non vi può essere alcuna concorrenza fino a che, per la luce, i primi 5 operatori detengono l’ 87,8% del settore domestico e peril gas i primi tre gruppi controllano il 44,8% del mercato». La stessa misura secondo il Codacons porterà aggravi di costi per le famiglie, mentre per Federconsumatori consegnerà i cittadini «in pasto aunmercato libero in cui nonvi è la minima ombra di competitività e convenienza». Elio Lannutti di Adusbef parla di legge scritta «sotto dettatura delle lobby». A lamentarsi ci sono anche i notai, critici soprattutto sull’ aumento del numero di professionisti.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- ECONOMIA & FINANZA
-
Tags: Ddl concorrenza, energia