Dazn, il cambio contrattuale fa infuriare gli abbonati
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fonte:
- Il Gazzettino
IL CASO Disdetta Leotta. La cancellazione di Dazn della cosiddetta «concurrency», un account più dispositivi, ha fatto immediatamente scattare la rabbia social di tifosi e abbonati, presi alla sprovvista da un provvedimento che cambia decisamente le carte in tavola per gli utenti della piattaforma digitale, che da quest’anno ha in pancia i diritti per le partite di Serie A. E minacciano una cancellazione in massa degli abbonamenti (19.99 euro al mese per chi l’ha sottoscritto entro luglio, 29.99 per chi l’ha fatto dopo), parlando apertamente di “tradimento”, “scorrettezza”, “vergogna”. Secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore, a partire da dicembre la visione di un match in contemporanea da due device non sarà infatti più consentito, a meno che questi siano collegati alla stessa rete fissa Ip, ossia sostanzialmente siano nella stessa casa o ufficio. Proprio la “doppia utenza” aveva spinto moltissimi tifosi a migrare da Sky (o aggiungere un secondo abbonamento), convinti anche dalla campagna promozionale “Dazn si sdoppia con un solo abbonamento”: peccato che questa dicitura sull’offerta dell’operatore sia ora sparita dal sito. CONTRO LA PIRATERIA La decisione di Dazn sarebbe motivata dall’intento di combattere la pirateria, in quanto avrebbe registrato durante le partite un incremento del 20% di utilizzi di questa doppia utenza contemporanea non conforme (si suppone quindi fraudolenta), cioè tra account senza familiarità e rilanciata da siti web di condivisione.E la possibilità di vedere comunque due eventi in contemporanea nella stessa abitazione sarebbe a tutela delle famiglie, che possono dunque seguire una partita in salotto ed un’altra in camera.A parte che non si capisce quale tipo di famiglia scelga questa opzione (il calcio unisce e la partita di norma la si guarda tutti assieme sul divano di casa), resta indigeribile per i tifosi, che dovrebbero ora ricevere la lettera con la proposta di modifica del contratto,con 30 giorni di tempo per l’eventuale disdetta, il cambio repentino a stagione iniziata: “Perfetto… paghiamo la metà?” si chiede qualcuno. “Rischiano di fare la toppa peggio del buco, come ai tempi del protezionismo” prospetta qualcun altro. CORSA ALLE DISDETTE E via con una lunga litania di proteste che trova sfogo su Twitter, dove l’hastag #Daznout è diventato virale in poche ore: “Il minimo fare #recesso. Non si cambiano gli abbonamenti a vostro piacimento”. “Quindi se io sono in viaggio e mio padre a casa non potrò vedere la partita, pur pagando un abbonamento che lo prevedeva. #Daznout ora più che mai”. E ancora: “Grande mossa da parte di Dazn, non un abbonato meno; per poi non riuscire a vedere una partita in grazia di Dio”. C’è anche chi la butta sull’ironia, proposito dei molti problemi di connessione che guastano spesso la visione delle partite: “Bene, due buffering al prezzo di uno…” In attesa di conferme ufficiali di parte di Dazn, la vicenda finirà all’attenzione dell’Agcom e dell’Antitrust. Il Codacons ha deciso infatti di presentare un esposto all’Autorità per le comunicazioni e a quella per la concorrenza affinché si accerti la correttezza dell’operato della società, chiedendo di sanzionare qualsiasi violazione delle disposizioni in tema di contratti.
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