Dall’amilasi agli Zapotechi,i quiz che tolgono il sonno
- fonte:
- Gazzetta del Sud
«Test più difficile degli anni scorsi». Chi la prova per entrare a Medicina e Chirurgia o a Odontoiatria e Protesi dentaria l’ha tentata ieri per la seconda o anche per la terza volta non aveva dubbi. Quel che è emerso all’uscita è stato dunque un realismo disarmante nonostante veterani e new entry fossero assolutamente d’accordo nel non voler sconfinare nel pessimismo, almeno fino alla pubblicazione delle soluzioni. Anche per questo il campus dell’Università Magna Græcia del capoluogo di regione ieri si è svuotato senza intoppi.I ragazzi fremevano dalla voglia di conoscere le risposte che sono state effettivamente pubblicate attorno alle 17 scatenando il panico da punteggio. Tutto al netto di ciò che i candidati ricordano realmente del loro test. Il 28 settembre saranno pubblicati tutti i risultati Per le certezze bisognerà dunque attendere e le graduatorie definitive saranno pubblicate soltanto il 28 settembre. Zapoteca è però uno dei termini che i ragazzi difficilmente dimenticheranno perché il loro sogno di indossare il camice bianco ieri mattina è passato anche da questa popolazione ancora presente in Messico.E sì, la cultura generale non era una passeggiata. Ancor più complicate le domande di matematica e chimica. Il vero rompicapo ruota però tutto attorno al punteggio minimo richiesto per agguantare l’ingresso che non è uguale per tutti gli atenei. Serve pazienza, dunque, ed è per questo che la frase più pronunciata ieri è stata: «Voglio soltanto sperare». La città di Fiume e le leggi razziali hanno testato la cultura generale a suon di storia. c’era pure Machiavelli,maa dare il tormento a ragazzi che farebbero faville per tornare indietro sono state anche le domande su pancreas e amilasi. E poi i diagrammi e i calcoli su piccioni e pernici. C’era di tutto per scatenare il batticuore e all’uscita c’è stato pure chi ci ha assicurato: «La notte prima del test è stata tranquillissima, la cosa difficile sarà riposare stanotte». È la prova di quando le facoltà a numero chiuso mettano a dura prova ragazzi che chiedono soltanto di studiare ciò che vogliono. Da qui la denuncia del Codacons che prevede una valanga di ricorsi e parla di «pesanti discriminazioni a danno degli studenti dal momento che in Italia si assiste da tempo a una grave carenza di medici». Ecco perché il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha annunciato che «offrirà assistenza legale agli studenti che vorranno proporre un ricorso collettivo al Tribunale amministrativo del Lazio.
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