13 Marzo 2009

Dal Molin, avanti tutta Il Tar respinge il ricorso Ambientalisti: “Ci rivolgeremo alle autorità di Washington”

 Respinta la richiesta di sospensiva dei lavori per la base americana proposta da Legambiente, Comune e comitati

VICENZA  Per i comitati è una doccia fredda: Il Tar ha detto no. Respinta la richiesta di sospensiva dei lavori per la base americana al Dal Molin. Tre le motivazioni: primo, la «insindacabilità » della decisione del governo; secondo, l’opera attiene «alle esigenze di difesa nazionale »; terzo, la base «al momento dell’avvio del procedimento» cioè al 15 giugno 2005 risultava sottoposta alla legislazione italiana in materia ambientale, che prevede deroghe alla Via nei casi, appunto, di opere per la difesa nazionale. La richiesta di stop ai lavori – avanzata da Legambiente, coordinamento comitati, Più Democrazia e con l’appoggio del Comune di Vicenza – era motivata con le ultime novità: l’inizio dei lavori, in una situazione di mancata Via e di assenza di un progetto esecutivo. «E’ allucinante – è il commento a caldo di Giancarlo Albera del coordinamento dei comitati – . I giudici sono andati anche oltre le tesi dell’Avvocatura di Stato. Affermano che il procedimento è iniziato nel 2005, quando il Comipar diede il sì due anni dopo. Nel 2005 si parlava di una base ad Est della pista, mentre ora i lavori sono iniziati a Ovest. E’ tutta un’altra cosa ». La contraddizione, secondo i comitati, è palese: «Il Tar nelle precedenti sentenze ha detto che non c’era un progetto definitivo, motivo per cui non si poteva pronunciare. Ora si pronuncia riferendosi a un fumoso "procedimento" di quattro anni fa. O è vera una cosa, o è vera l’altra – attacca Albera -.  Ma non è finita, mi consulterò con gli avvocati e con il Codacons ». Cinzia Bottene, consigliera comunale di «Vicenza Libera», parla di «considerazioni non accettabili: non c’è nessun documento ufficiale che attesti che si tratti di opera nazionale». Nel futuro c’è un viaggio in terra americana: «In Italia i diritti della gente non trovano ascolto. Ci rivolgeremo alle autorità di Washington». A Washington pensa anche Valentina Dovigo, presidente di Legambiente vicentina: «Se fossi Obama mi vergognerei di costruire una base militare in questo modo». Ieri, la notizia della decisione del Tar è rimbalzata anche fra gli uffici del Comune, che ha sostenuto l’azione legale presentata da Legambiente e dal coordinamento dei comitati. «La sentenza è deludente e tuttavia non inattesa – commenta il sindaco Achille Variati – . Nelle motivazioni, il Tar richiama un’asserita sovranità assoluta dello Stato su questa materia e sostiene che la Via non sia dovuta in quanto il procedimento è iniziato quando ancora era in vigore la vecchia normativa. Ma queste sono le ragioni della legge. Noi invece abbiamo sempre chiesto che anche le ragioni della comunità locale venissero ugualmente soppesate». L’esito della decisione del Tar era previsto anche dal centrodestra che, in consiglio comunale, siede fra i banchi dell’opposizione: «Questa è l’ennesima brutta figura del Comune che, ancora una volta, ha voluto affiancarsi all’azione dei comitati contro la base Usa – spiega Valerio Sorrentino, consigliere del Pdl ed ex assessore alla sicurezza -. Ora ci auguriamo che questa ennesima figuraccia chiuda per sempre la compagine politica sul Dal Molin». E sull’esito del ricorso al Tar si esprime anche il commissario straordinario di governo per la realizzazione della base Usa, Paolo Costa: «Come è doverosa abitudine accogliamo e ci uniformiamo alle sentenze della giustizia ammini-strativa – spiega Costa – . Ancor più quando queste ultime mostrano di accogliere le nostre tesi ». E ancora: «L’ordinanza di oggi ci incoraggia ad andare avanti sulla strada seguita sinora – prosegue il commissario che, mi permetto di dire, rappresenta la migliore composizione degli interessi nazionali e locali auspicata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella sua ultima visita a Vicenza».

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