15 Dicembre 2015

Da Parmalat a Cirio, solo promesse Mai nata l’ Authority del risparmio

Da Parmalat a Cirio, solo promesse Mai nata l’ Authority del risparmio

e i consumatori devono inseguire i risarcimenti per anni nei tribunali
Giovanni Rossi ROMA «MAI PIÙ». Mai piĂą obbligazioni subordinate alla clientela da sportello. Lo stop lanciato dal direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, favorevole a una revisione degli strumenti finanziari utilizzabili dai normali risparmiatori, riporta alla memoria altri «mai più» seguiti ai tanti casi che hanno scandito la storia italiana degli ultimi quindici anni: dai tango bond (450mila colpiti) al crac Parmalat (33.500 i risparmiatori provocatoriamente citati da Tanzi in tribunale), dal crac Cirio (35mila vittime) sino al fallimento di Lehman Brothers che poteva essere salvata e invece fu offerta in simbolico sacrificio di sistema. Un errore: tant’ Ă© che oggi i curatori stanno restituendo fino al 50% delle somme. Eppure ogni volta che la finanza ha distrutto ricchezza e decenza, politica, Consob e Bankitalia hanno fatto a gara per ergersi a garanti della collettivitĂ . Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. L’ ultimo caso in senso cronologico – quello dei 12.500 obbligazionisti subordinati di Carife, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti alleggeriti di 431 milioni – è l’ istantanea di un Paese tenacemente attorcigliato alle sue distorsioni. Passi avanti zero. «Anzi, oggi è persino peggio – stila una graduatoria il presidente dell’ Adusbef, Elio Lannutti -. Siamo un Paese dove solo i ladri di mele finiscono in galera. Mentre i colletti bianchi restano incollati alle proprie scrivanie, pronti a dettare le regole per nuove scorribande a governo e parlamento». NEL 2003 il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, sull’ onda dei casi Parmalat, Cirio e Argentina, aveva avanzato al Cicr (il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) la proposta di una Superauthority in materia. Subito finita su un binario morto. Così oggi il sistema fa ancora acqua e la vigilanza (divisa tra piĂą soggetti) non funziona. Opinione condivisa nei fatti dal premier Renzi che ha deciso di ristorare gli obbligazionisti appena gabbati mediante procedura arbitrale. «Ma l’ arbitrato è illegale perchĂ© contrario alle disposizioni della Corte di Cassazione in materia, e in quanto tale sarĂ  bloccato dinanzi al Tar del Lazio», annuncia il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. I precedenti a favore dei risparmiatori non mancano. La sentenza 18038 della Cassazione sui casi Cirio e Parmalat dispone l’ obbligo di risarcimento per gli istituti che non hanno attentamente valutato la propensione al rischio dell’ investitore e che soprattutto non l’ hanno informato dei rischi di default successivamente intervenuti. «In tribunale o in sede conciliativa i risparmiatori truffati da emissioni anomale hanno spesso trionfato. E hanno recuperato dal 50 al 60% del maltolto per i casi Cirio e Parmalat e il 30% per i Tango-bond», spiega l’ Adusbef. Che mette il dito su un’ altra piaga. Quella delle porte girevoli tra controllori e controllati. «LA POPOLARE Vicenza mi ha chiesto 2,5 milioni di euro di risarcimento – tuona Lannutti – per aver reso pubblica l’ assunzione di un uomo dello staff di Draghi. Sono dovuto arrivare in Cassazione per vedere riconosciute le ragioni della trasparenza. Mentre Popolare Vicenza, che costringeva i suoi clienti a diventare azionisti, presto andrĂ  in Borsa a valori falcidiati rispetto a quelli imposti in filiale». La chiusura è inevitabile: «Il governo legiferi senza fare il maggiordomo delle banche e della finanza. O altri scandali saranno inevitabili».
giovanni rossi

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