Il problema maggiore è per chi abita a Chiuso e a Maggianico. Con la riduzione dell’ orario all’ ufficio di corso Emanuele Filiberto si rischia di dover andare a Vercurago o a Germanedo. «Chi abita a Chiuso – spiega Annarita Figini – di solito fa riferimento all’ ufficio di Maggianico. Ora con questo orario ridotto o vai a Germanedo, confidando di non restare per ore in coda, oppure se hai l’ auto vai direttamente in centro in viale Dante, oppure a Vercurago. Il problema è per chi ha una certa età e non ha un proprio mezzo di trasporto. Prendere l’ autobus e attraversare la città per un vaglia o per spedire una lettera è assurdo. Le Poste dovevano costruire l’ orario alternandolo con quello dell’ ufficio di Pescarenico. Potevano fare un giorno aperto a Maggianico e l’ altro a Pescarenico e così via». Privilegiati, sempre che si possa utilizzare questa parola, i residenti a Germanedo che hanno a disposizione due uffici, quello dell’ ospedale e quello di via Belfiore. Il venerdì però sono entrambi chiusi e per le urgenze possono andare a Pescarenico, a Maggianico o a Castello. Oppure in viale Dante. La distanza comunque c’ è. «Poteva andare anche peggio – rimarca Mauro Antonelli del Codacons – ci sono stati anni in cui gli uffici addirittura chiudevano per ferie. Col servizio scaglionato su più uffici almeno gli sportelli restano aperti alcuni giorni alla settimana. Certo è che chi non ha un mezzo di trasporto rischia di vere dei problemi». A Chiuso e Maggianico di una cosa sono certi: le Poste potevano tener conto delle distanze e organizzare meglio il servizio sulla base delle distanze, considerato che i servizi pubblici non sono poi così capillari.

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