Crollo sulla statale 106, chiesti 2 rinvii a giudizi
- fonte:
- Gazzetta del Sud
Due richieste di rinvio a giudizio e l’assoluzione per l’unico indagato che ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Queste le richieste del pubblico ministero nel procedimento sul crollo del muro della rampa di accesso della nuova statale 106 a Catanzaro. In particolare è stato chiesto il processo per Ajmone Cat Alessio Marino, ingegnere progettista per conto di Astaldi Spa e per Michele Mele, ingegnere collaudatore statico dell’operaopera. La richiesta di assoluzione riguarda invece l’ingegnere ingegnere direttore dei lavori Antonio Bevilacqua, che ha scelto il rito abbreviato. Tutti e tre rispondono di cooperazione colposa non avendo previsto un idoneo sistema di drenaggio dell’acquaacqua, effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno. L’udienza davanti al gup del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia tanto per i due che hanno optato per il rito ordinario, tanto per colui che ha scelto l’abbreviato proseguirà il prossimo 15 ottobre. Tutti e tre sono accusati di cooperazione colposa nell’aver provocato il crollo del muro di contenimento della rampa di accesso n° 6, non prevedendo un idoneo sistema di drenaggio dell’acquaacqua, effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno. A maggio 2017 il tratto crollato era stato posto sotto sequestro da parte della Guardia di Finanza e gli accertamenti sugli interventi eseguiti erano stati affidati a un pool di esperti dell’UnicalUnical. Proprio sulla base di queste verifiche sono state effettuate le contestazioni messe nero su bianco dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vito Valerio. Ai tre professionisti vengono contestate condotte attive o omissive che avrebbero «cagionato, per colpa generica e specifica, il crollo del muro di contenimento». Si sono costituiti parti civili, l’Anas e il Codacons, quest’ultimo difeso dall’avvocato Sonia Mirarchi, che con la sua denuncia ha fatto scattare l’inchiestainchiesta. Gli indagati sono invece difesi dagli avvocati Aldo Casalinuovo e Fabrizio Costarella.
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