Crociere, impasse sulle alternative «Senza governo, niente fondi»
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- Corriere del Veneto
VENEZIA – «Ho scritto più volte ai ministeri, ma è chiaro che il governo non c’ è più», dice il magistrato alle Acque Ciriaco D’ Alessio. «In queste settimane abbiamo avuto altro a cui pensare», taglia corto il ministro all’ Ambiente Corrado Clini. Il risultato è che le crociere continuano a passare davanti a San Marco e le alternative restano ferme in cassetto. Eppure solo tre mesi fa lo stesso Clini era stato chiaro: «Troveremo il modo di applicare il decreto sulle rotte rispondendo a chi ci accusa di aver fatto un provvedimento che non vogliamo rendere operativo. Adesso è necessario valutare le diverse opzioni». Ma la situazione è rimasta la stessa, con le alternative sul tavolo: quella di non far entrare più le navi in laguna, il canale Contorta-Sant’ Angelo, le crociere a Marghera o alle bocche di porto. Il problema sono i fondi per studiare ogni soluzione. Il punto di riferimento negli ultimi mesi è stato il magistrato alle Acque che ha fatto il lavoro di base mentre contemporaneamente ci sarebbe dovuto essere un lavoro di «coppia» tra Ambiente e Infrastrutture per applicare il decreto». Dice Ciriaco D’ Alessio: «Le proposte ci sono ma vanno approfondite in modo da avere ben chiare le ripercussioni sulla laguna di Venezia. Servono fondi che adesso non ci sono». Sono servite a poco le proteste del Comitato No grandi navi, i cui attivisti non perdono l’ occasione di rimarcare la propria contrarietà al passaggio delle navi in laguna, così come le prese di posizioni anche di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo (Celentano in un rap ha criticato Ca’ Farsetti «che non ferma i mostri del mare»), ma a vedere i risultati, anche il Comune è stato bistrattato: «Senza un governo è difficile ottenere qualcosa – dice il sindaco Giorgio Orsoni -. Abbiamo chiesto più volte un impegno preciso senza però ottenere provvedimenti reali». La soluzione primaria all’ arrivo alla Marittima, evitando il passaggio in Bacino San Marco, è lo scavo del canale Contorta-Sant’ Angelo. Un’ ipotesi prospettata dal presidente del Porto Paolo Costa («Me l’ ha suggerita il professor d’ Alpaos quando ho chiesto la praticabilità del Vittorio Emanuele», ha più volte ribadito) e fatta propria dal Magistrato alle Acque e dalla Capitaneria che hanno presentato lo studio di fattibilità al ministero. Il sindaco chiede invece il trasferimento del terminal a Marghera, su cui c’ è anche uno studio del Dipartimento di Matematica dell’ università di Ca’ Foscari che ne evidenzia le criticità: il risultato è che se si vuole mantenere il porto commerciala a Marghera al massimo possono essere spostate due navi, se altrimenti si vogliono far traslocare le sette crociere che oggi sono alla Marittima, il porto commerciale dovrà essere almeno dimezzato. Sul tavolo c’ è anche la proposta dell’ ex vice ministro ai Trasporti Cesare De Piccoli che punta a trasferire la Marittima alla bocca di porto, fermando così le crociere in mare e vietandone l’ ingresso nella laguna. Sul passaggio delle grandi navi sono state aperte tre inchieste dalla Procura sulla base di diversi esposti: una, quella principale nata dai comitati ambientalisti, riguarda l’ inquinamento provocato dagli scarichi dei camini; una seconda riguarda il danneggiamento delle rive a causa del moto ondoso; la terza, nata da un esposto del Codacons, riguarda la mancata applicazione del decreto Clini-Passera, che aveva previsto lo stop delle navi sopra le 40 mila tonnellate a partire da una soluzione alternativa che però è ancora ben lontana. E se mancano i soldi per gli studi, diventa difficile pensare che si possano trovare facilmente per realizzarli. Francesco Bottazzo RIPRODUZIONE RISERVATA.
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