Critiche dai consumatori alla legge sulle offerte pubbliche
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fonte:
- Corriere della Sera
Borsini delusi per la mancata Opa. «Ma c?è fiducia nel management»
Critiche dai consumatori alla legge sulle offerte pubbliche
MILANO – Incertezza e smarrimento. Ma anche speranza. E una certa unanimitĂ nel giudicare inevitabile la reazione della Borsa. I piccoli azionisti, gli investitori «passivi», giudicano l?operazione Pirelli-Telecom su due piani distinti. E anche i sentimenti sono contraddittori. Da un lato c?è la delusione per la mancata Opa, dall?altro la convinzione che nel lungo periodo i titoli coinvolti andranno incontro a una rivalutazione certa, grazie alla spinta che sarĂ loro impressa da un management rinnovato e animato dai migliori propositi. Quasi deserti, ieri mattina, i «borsini» bancari; meno numerosi del solito, complici la giornata particolarmente afosa e le prime partenze per le vacanze d?agosto, i capannelli davanti ai monitor che trasmettono le quotazioni. Oltre tutto le azioni delle societĂ interessate all?operazione annunciata sabato scorso sono rimaste sospese dalle contrattazioni per l?intera mattinata. Circostanze, queste, che non hanno però frenato l?interesse dei risparmiatori per i risvolti pratici che il blitz di Tronchetti e Benetton potrĂ avere sulle quotazioni. E quindi sul valore dei propri investimenti.
La prima reazione è di rabbia per non aver beneficiato di un passaggio di proprietĂ a prezzi superiori a quelli di mercato. «Ancora una volta i diritti dei piccoli azionisti sono stati calpestati», sbottano i piĂą arrabbiati. E subito le associazioni dei consumatori sono pronte a dare voce alle proteste. «Si sta ripetendo su scala piĂą ampia – scrive in proposito l?Adusbef, l?associazione degli utenti dei servizi finanziari – quanto accaduto un mese fa con l?affare Fondiaria, venduta alla Sai senza passare attraverso un?Opa». Protesta anche il Codacons, che annuncia un ricorso all?Unione europea contro l?acquisizione di Telecom, mentre l?Adiconsum critica apertamente la legge sull?Opa, ritenendo inadeguato il limite del 30% oltre il quale l?offerta pubblica diventa obbligatoria. E sceglie la strada di una lettera al presidente della Consob, Luigi Spaventa, per invitarlo a stabilire «nuove regole di informazione e di trasparenza» a tutela dei piccoli risparmiatori che, scrive sempre l?organizzazione consumeristica, «rappresentano la maggioranza dell?azionariato nelle public companies ma restano penalizzati e privi di tutela».
Al di lĂ della comprensibile delusione per la mancata offerta pubblica, affiorano tuttavia anche considerazioni piĂą articolate sull?operazione. Per esempio, viene posto l?accento sulla soliditĂ della nuova compagine di controllo del maggiore operatore telefonico italiano, che comprende oltre a Pirelli e Benetton anche altri soci di alto profilo, come i due gruppi bancari (Intesa-Bci e Unicredito), titolari del 10% ciascuno della nuova societĂ . Non solo: prevale anche una certa fiducia nei confronti del gruppo finanziario che ha portato a termine l?acquisizione e soprattutto del nuovo management che ha giĂ provveduto a nominare con grande tempismo. C?è insomma una specie di apertura di credito nei confronti della nuova dirigenza. «Sono possibili sinergie tra Pirelli e Telecom – spiega un piccolo azionista della compagnia telefonica – che a mio avviso faciliteranno la costruzione di quel vero piano industriale mai riuscito a Colaninno. E poi, il gruppo Benetton è presente nella telefonia con Blu e a questo punto si possono intravvedere le nuove strategie che stanno per prendere forma». Insomma, c?è ottimismo sul lungo termine. Come a dire, riportando il discorso sul piano dell?investimento, che le delusioni di oggi potrebbero essere compensate con una rivalutazione futura di tutti i titoli coinvolti nella vicenda.
Quanto alla prima reazione della Borsa, le opinioni non sono unanimi sulle cause, anche se tutti dicono di comprenderne gli effetti. C?è chi ritiene, per esempio, che la caduta di Olivetti e Pirelli sia dovuta anche alle «indicazioni degli analisti, che hanno suggerito di passare da questi titoli a Tim e Telecom, considerati i beneficiari immediati dell?operazione». E chi, invece, pone l?accento sul forte indebitamento delle due società che oggi stanno più a monte nella piramide di controllo.
«Come al solito il mercato ha punito la societĂ acquirente – osserva in proposito un piccolo operatore molto attento al comparto delle telecomunicazioni -. In effetti il premio pagato per Olivetti appare elevato, sia rispetto al Nav ( l?indice del valore patrimoniale netto , ndr), sia in relazione all?ultimo prezzo di Borsa. E? lecito però chiedersi se alla lunga il prezzo non possa alla fine rivelarsi equo. La valorizzazione futura del gruppo telefonico, insomma, potrebbe essere tale da ripagare l?investimento odierno».
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