Crisi senza fine, ora le speranze dei commercianti sono appese ai saldi
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fonte:
- Modena Qui
Tante speranze dei commercianti modenesi sono appese ai saldi estivi che prenderanno il via sabato. A non essere ottimista sull’ andamento è però Codacons. L’ associazione dei consumatori prevede infatti già da ora: «Faranno registrare un nuovo record nel calo degli acquisti da parte dei cittadini dell’ Emilia-Romagna». E si spinge a indicare anche i numeri: «In regione il calo delle vendite rispetto ai precedenti saldi del 2012 raggiungerà quota -15%, un dato estremamente negativo se si pensa alle forti riduzioni di spesa effettuate negli anni precedenti dalle famiglie». I consumatori, a causa della crisi economica in corso e in vista di tempi duri, «limiteranno ulteriormente il budget da destinare agli sconti di fine stagione, e acquisteranno solo beni indispensabili e di valore contenuto, al punto che meno della metà delle famiglie potrà permettersi compere durante i saldi, e il valore medio dello scontrino scenderà a 98 euro», afferma il Codacons che diffonde anche un decalogo per fare «buoni affari, districarsi nella selva dei saldi e prevenire i sempre possibili trabocchetti». In cima alla lista, il consiglio di conservare «sempre lo scontrino» perchè «non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’ articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare». E si può anche avere «diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono)»: ci sono due mesi di tempo, non sette o otto giorni, per avvelersi di questa opportunità. Inoltre, «le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce ?saldo’ deve essere l’ avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino». Insomma, consiglia il Codacons, «state alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori». Così come «non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani. A volte basta qualche giro in più per evitare l’ acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi». Inoltre, «pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti» e degli sconti superiori al 50%: «Spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’ acquisto)». È sempre una buona regola rivolgersi ai negozi di fiducia e non acquistare «nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile». Altro consiglio è di «diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati». Il Codacons ricorda infine che «nei negozi che espongono in vetrina l’ adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi». Da ultimo: «Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani». Più ottimistica la visione di Confesercenti, che sottolinea come i saldi siano «una buona occasione, soprattutto in momenti di ristrettezze economiche per le famiglie italiane, di acquistare prodotti di qualità a prezzi accessibili». «I saldi estivi sono inoltre – afferma il presidente regionale di Confesercenti Roberto Manzoni – un’ importante opportunità per dare un po’ di respiro ai commercianti gravati da una crisi che ha costretto numerosi negozi a chiudere i battenti. Speriamo ora che il buonsenso prevalga e venga definitivamente scongiurata l’ ipotesi di aumento dell’ Iva, che graverebbe sulla capacità di spesa dei consumatori e di conseguenza sull’ intera economia».
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