Crisi, l’ industria italiana frena: in novembre ordini calati del 4,3%
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fonte:
- Libertà
ROMA – L’ industria italiana frena: a novembre, rispetto al mese precedente, gli ordini registrano un tonfo, perdendo il 4,3 per cento, il ribasso maggiore dell’ agosto del 2009, e il fatturato rallenta, rimanendo quasi fermo (+0,2 per cento). Il recupero messo a segno nella prima parte del 2010, così, si sgonfia e la ripresa appare in salita. Sopratutto perché viene a mancare il solito effetto traino dei mercati esteri, con il Made in Italy in sofferenza, tanto che le commesse segnano il calo mensile più forte proprio fuori dei confini nazionali (-6,2 per cento), dove anche i ricavi sono negativi (-0,9 per cento). Resta, invece, più confortante il paragone con l’ anno precedente, anche se a novembre 2009 gli effetti della crisi erano ancora intensi. Crescono, infatti, sia gli ordinativi (+9,6 per cento) che il fatturato (+12,1 per cento), pur se non ai ritmi primaverili. Una perfomance tenuta alta proprio dai mercati esteri, che hanno fin qui spinto l’ industria italiana con una quasi totale costanza. Tuttavia non tutti i settori fanno registrare aumenti: a novembre su base annua perde quota il comparto farmaceutico, con ribassi sia sugli ordini (-3,4 per cento) che sul fatturato (-7,6 per cento). E per le commesse non è il solo ribasso, vere e proprie cadute si registrano per la fabbricazione di computer e altri prodotti di elettronica ed ottica (-17,9 per cento) e sopratutto per i mezzi di trasporto (-19,2 per cento), con le auto che cedono il 6,9 per cento (dato grezzo). Rialzi sostenuti, invece, riguardano, analizzando ricavi, la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+25,7 per cento), la metallurgia (+25 per cento) e anche l’ alimentare (+12,1 per cento). Gli aumenti più netti degli ordinativi toccano, anche qui, la metallurgia (+26,3 per cento), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+20,8 per cento) e il tessili (+14,9 per cento). I dati dell’ Istat preoccupano sia i consumatori che i sindacati. Per il Codacons i segni meno di novembre sono «la dimostrazione che il decreto incentivi non solo è stato del tutto inutile, ma è stato una presa in giro degli italiani». A riguardo l’ associazione ritiene che il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, sia «colpevole di non aver proposto nulla di nuovo» e chiede, così, le sue «dimissioni». Secondo la Cisl «l’ industria italiana sta crescendo a ritmi deboli ed incerti».
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