11 Febbraio 2019

Cresce la speranza dei risparmiatori «L’ Europa capirà»

gli organizzatori: «dai vicepremier parole chiare e forti, non rispettarle sarebbe un suicidio politico» adusbef: «ora i decreti attuativi per le osservazioni»
A ventiquattro ore dall’ assemblea nazionale dei risparmiatori delle ex Popolari, con i due vicepremier Luigi di Maio e Matteo Salvini, il Centro sport Palladio è tornato ad essere il palazzetto di sempre. Senza cordoni di sicurezza, telecamere appostate e risparmiatori arrabbiati in fila. Resta però la polemica politica sulle dichiarazioni dei due ministri dello Sviluppo economico e dell’ Interno («I vertici di Consob e Bankitalia vanno azzerati») e resta una speranza rinvigorita tra i consumatori traditi. Anche l’ Europa e l’ ipotesi di una procedura di infrazione, dopo il confronto con i rappresentanti del governo, a sentire i promotori, fanno meno paura. I PROMOTORI. Luigi Ugone, presidente dell’ associazione “Noi che credevamo nella BpVi”, organizzatore dell’ evento, fa ancora i conti con l’ adrenalina alle stelle. «Non chiedetemi un commento a mente fredda – chiarisce – perché si raffredderà tra qualche giorno. L’ organizzazione è stata molto impegnativa». Le prime parole sono poi per il dibattito scatenatosi dopo le dichiarazioni su Consob e Banca d’ Italia. «Ma non è stata un’ iniziativa politica quella di tirare fuori l’ argomento, è stata dei risparmiatori – precisa Ugone -. Avevamo detto che di Consob e dell’ arbitrato non ci fidiamo e i due esponenti politici hanno detto quello che pensano sugli organi di controllo. Stupisce tutto questo stupore». Tensione a parte, c’ è la soddisfazione per il confronto. «I due vicepremier hanno detto poche parole, ma chiare e forti. Non rispettarle, dopo averci messo la faccia davanti a migliaia di persone, sarebbe un suicidio politico». «La norma non è perfetta – ribadisce – ma bisogna essere realistici. Il resto sono solo parole». Ci sono poi i dubbi dell’ Europa sul fatto che il rimborso agli azionisti così come concepito, senza arbitrato e con elargizioni dirette, si configurerebbe come aiuto di Stato. «Dall’ Europa per ora è arrivata una richiesta di informazioni. Queste cose non si sistemano da un punto di vista tecnico, ma politico». I DUBBI. Sul punto è intervenuta, senza nascondere perplessità, anche Letizia Giorgianni, coordinatrice del comitato “Vittime del salva banche”, presente sabato. «Temiamo – si legge – che una procedura di infrazione congelerebbe i rimborsi, anche se i due vicepremier lo hanno escluso. Ma siamo sicuri che i rimborsi, in questo clima di incertezza, potranno essere erogati a partire dal 2019? Oppure alla fine il governo sarà purtroppo costretto a ripristinare, dopo aver perso mesi preziosi, una procedura di valutazione caso per caso, come richiesto dalla commissione europea; e allora perché non introdurre subito una norma di deroga ai termini di prescrizione che rischiano di annullare ogni diritto dei risparmiatori truffati?». «Non abbiamo ancora certezze, ma siamo fiduciosi – interviene Monica Spada di Adusbef -. I risparmiatori arrivati agguerriti, sono usciti per lo più soddisfatti. Tra sette-quindici giorni i decreti dovrebbero essere spediti alle associazioni per le osservatori». «L’ Europa ha chiesto chiarimenti – continua – e credo si troveranno convergenze». GLI ESCLUSI. Diversa la posizione delle associazioni della Cabina di regia «non invitate», come hanno denunciato, all’ incontro. «Una sceneggiata elettorale con nessun risultato concreto – accusano -. Iniziative come queste rendono ancora più incerto, accidentato e ritardato, il percorso e il lavoro concreto e proficuo fatto precedentemente dalla cabina di regia». Codacons rincara con una nota in cui ribadisce che «non si può dare il 30% a chi ha visto convertire le proprie obbligazioni in azioni a sua insaputa e peggio contro la sua volontà, mentre per gli obbligazionisti l’ indennizzo è del 95%». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
alessia zorzan

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