COVID, IN ABRUZZO UNA DECINA DI CLASSI IN QUARANTENA: TORNA LA DAD, SI VALUTANO “MICRO BOLLE”
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fonte:
- AbruzzoWeb
PESCARA – A pochi giorni dalla riapertura delle scuole in Abruzzo, come nel resto d’Italia, è già scattato l’allarme contagi con intere classi già in quarantena a causa dell’accertata positività di studenti al Covid.
Dalle aree interne alla costa, sarebbero una decina le classi interessate su tutto il territorio regionale nella prima settimana.
L’ultimo caso riguarda l’Itis Mattei di Vasto dove, quattro giorni dopo la prima campanella, una classe è tornata in Dad, a scopo precauzionale, perché è risultata contagiata la mamma di un ragazzo, ora in quarantena per almeno una settimana insieme a tutti i compagni. Ci sono poi altre classi in quarantena all’Aquila, almeno tre, un altro paio in provincia, ma anche in diversi comuni del Teramano.
“La situazione dei contagi al momento è ancora da definire, non ci sono particolari allarmi, eventualmente si procederà per gradi – spiega ad AbruzzoWeb l’assessore regionale all’Istruzione Pietro Quaresimale – Monitoreremo la situazione e si valuteranno le misure più opportune per ogni caso”.
Una strategia che ricalca quella dell’anno scorso, continuando a navigare a vista con buona pace delle più rosee aspettative e con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che dopo le “colorate” contestazioni per l’ormai famosa espressione “mai più Dad”, ha dovuto specificare che il riferimento è a “quella Dad come l’abbiamo conosciuta” e che quindi “non si chiuderanno più interi istituti” ma si metteranno in quarantena le singole classi.
Un tema, quello della quarantena, già al centro del dibattito visto che sono già un centinaio le classi in dad in tutta Italia, un numero destinato ad aumentare.
Proprio per questo c’è hi pensa a “micro bolle” per i ragazzi delle scuole sul modello tedesco, ricalcando quanto già avviene oggi sugli aerei nei casi nei casi cui vengano scoperte positività, ovvero limitare l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene colpito dal virus ma esperti ed epidemiologi sono molto perplessi: è troppo pericoloso, dicono.
Intanto il Codacons giudica eccessivo il numero di classi che, a pochi giorni alla ripartenza della scuola, è finito in quarantena, e punta il dito sulla scelta del Governo di delegare ai genitori la misurazione della temperatura degli studenti: “È indispensabile che siano le scuole a provvedere alla misurazione della temperatura agli allievi”, dice il presidente dell’Associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, che sta preparando una formale diffida al Miur e agli uffici scolastici regionali, affinché si attivino per modificare la procedura di accesso agli istituti allo scopo di evitare la quarantena a migliaia di studenti.
Il Comitato Priorità alla scuola, dal canto suo, torna a mobilitarsi il prossimo 20 settembre in tutta Italia “perché il Governo non ha proposto nessuna soluzione concreta alle carenze strutturali che affliggono la scuola da decenni, ma che sono state e saranno le principali responsabili nell’impedire un’adeguata gestione dell’emergenza sanitaria”.
L’anno scolastico, fanno notare i sostenitori del Comitato, non è cominciato bene: orari provvisori, tempo scuola incompleto, cattedre vacanti, ATA insufficienti. E a scendere in piazza sono anche docenti, presidi e studenti: avviene in Puglia, dove i sindacati della scuola hanno protestato davanti al palazzo della Prefettura di Bari contro i doppi turni di ingresso per le scuole secondarie di secondo grado, che entreranno in vigore dal 20 settembre per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto.
In Abruzzo un gruppo di 44 docenti che in una lettera “intendono far sentire la propria voce” sulla questione Green Pass si rivolgono al presidente della Regione, Marco Marsilio, che rappresenta “finalmente una voce autorevole fuori dal coro che fa intravedere uno spiraglio e fa sperare che una strategia di salvezza possa delinearsi. Un grazie al presidente Marsilio da una parte della società civile: siamo insegnanti che non intendono formulare una dichiarazione di solidarietà per appartenenza politica perché ‘non è così’, ma che sono stufi di sentir parlare di Green pass come della soluzione per il contenimento dell’emergenza e di veder accusare chi si dimostra capace di pensiero critico”.
“L’estensione del Green pass non può essere l’unica ricetta, perché sta creando un conflitto” aveva dichiarato Marsilio aggiungendo :”servirebbe uno Stato che parla chiaro, che dà notizie certe e incontrovertibili, che scioglie dubbi e che si assume l’onere del risarcimento nei casi, rari, in cui la vaccinazione produce gravi effetti. Mi indirizzerei più su questo che su atteggiamenti coercitivi”.
Alle parole di Marsilio aveva poi replicato la consigliera regionale Sara Marcozzi (M5s) giudicandole “gravi e irresponsabili” e definendole “dichiarazioni da campagna elettorale di bassa lega”. Per Marcozzi “un eventuale allargamento dell’utilizzo del green pass potrà fornire una spinta ulteriore alla campagna vaccinale, unico strumento realmente efficace per superare, una volta per tutte, l’emergenza Covid”.
Per i docenti firmatari della nota però “la consigliera Marcozzi non sembra conoscere, e lo consideriamo molto grave, le conseguenze sottese al mancato controllo dei possessori del Green pass i quali, forti di detenerlo in virtù del proprio stato vaccinale, si sentono autorizzati a circolare senza alcun controllo, diventando pericoloso e incontrollato veicolo di nuovi contagi. Rimaniamo senza parole per affermazioni prive di ogni logica, ragionevolezza e che contribuiscono a legittimare uno strumento sopravvalutato e foriero di discriminazioni non più tollerabili. Grazie Marsilio per le Sue parole coraggiose”.
Altro tema caldo quello dei trasporti e proprio sull’organizzazione legata alla ripresa delle lezioni il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini assicura: “ci sono criticità specifiche ma non sistemiche, soprattutto nelle grandi città è stato fatto un passo avanti notevole rispetto all’anno scorso”.
Infine l’Ocse ha confermato che in Italia si spende poco per l’istruzione, notando però che negli anni del Covid, in particolare relativamente agli esercizi finanziari 2020 e 2021, l’Italia ha registrato un aumento di bilancio a favore dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado. (a.c.)
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