29 Dicembre 2021

Costa Concordia, passeggero vince la causa per stress da naufragio: sarà risarcito con 77 mila euro

Costa Concordia, a quasi dieci anni dal naufragio che costò la vita a trentadue persone, la giustizia civile riconosce anche i disturbi post traumatici da stress e condanna la compagnia a pagare 77 mila euro di danni ad un passeggero.
IL CASO – La nave della Costa Crociere s’incagliò all’Isola del Giglio la notte del 13 gennaio 2012. Un naufragio talmente assurdo per come avvenne e per le morti che provocò che il comandante Francesco Schettino fu condannato definitivamente a 16 anni di reclusione. Ai danni alle vittime si aggiungono oggi quelli da stress per quanto successe. Lo ha deciso il giudice Paolo Gibelli della prima sezione civile del tribunale di Genova.

LA CAUSA – La causa era stata intentata da Ernesto Carusotti, un passeggero che ebbe la disavventura di trovarsi a bordo della nave. Affiancato dal Codacons, ha citato in tribunale Costa Crociere e il giudice ne ha accolto in pieno le tesi: “La responsabilità che interessa in questa sede è quella per le lesioni lamentate dall’attore, ovvero il disturbo post traumatico da stress (quale lesione della salute) e il danno da esperienza stressante (connesso alle particolari circostanze in cui la vittima visse il naufragio)”. E conclude: “Nel caso attuale eventuali colpe in fase di salvataggio dal naufragio non eliminano la responsabilità di chi risponda del naufragio stesso Carusotti avrebbe potuto evitare il trauma scendendo regolarmente a mare con la prima scialuppa, l’esperienza stressante sarebbe stata di certo almeno molto minore, forse il danno biologico non vi sarebbe stato. Ma tutto ciò che accadde in concreto a Carusotti dipese anche dal naufragio, che è fatto di reato di cui Costa risponde. Non vi è bisogno di altro”.

I DANNI – Per tale ragione la compagnia dovrà risarcirlo con 77 mila euro, oltre a 15692 euro di spese legali. La sentenza mette in luce tutte le falle accertate dall’inchiesta penale. E sottolinea: “Anche in difetto di corrente, un personale preparato all’emergenza avrebbe evitato il panico; la corrente erogata avrebbe dovuto alimentare i verricelli elettrici di recupero delle scialuppe; tale recupero avrebbe consentito di emendare la manovra erronea di ammaraggio della scialuppa del Carusotti, permettendogli una discesa che evitasse il terrifico attraversamento della nave nella direzione del pericolo”. Dunque “resta confermato che a carico di Costa va posto anche il danno per la mera esperienza traumatica e stressante, oltre che per la lesione biologica accertata dal Ctu medico. Naturalmente Costa risponde anche del danno patrimoniale”. La decisione apre così un nuovo fronte sul capitolo dei risarcimenti per tutti coloro che hanno subito danni per lo stress da naufragio.

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