Costa Concordia, «40 secondi fatali»
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fonte:
- Giornale di Brescia
Cosa sarebbe successo se il timoniere indonesiano Rusli Bin avesse virato a sinistra invece che a destra a quaranta secondi dall’ impatto della Costa Concordia con gli scogli dell’ isola del Giglio? A questo quesito ha provato a dare risposta un team di studiosi, due dei quali bresciani il professor Paolo Gubian e il dottore di ricerca Mario Piccinelli, che hanno simulato il moto della nave negli ultimi istanti prima dello schianto. Lo studio, i cui costi sono stati sostenuti dal Codacons, associazione che si è costituita parte civile nel processo di Grosseto, è stato presentato ieri nell’ ambito dell’ International conference on modeling and simulation in corso di svolgimento nella sede della Statale di Contrada Santa Chiara. L’ esito della simulazione «black box», come spiega il prof. Gubian è stato che «negli ultimi momenti il comandante Schettino ha provato a fare una manovra evasiva, chiedendo una virata tutta a sinistra, purtroppo il timoniere indonesiano Rusli Bin ha virato a destra. La correzione è avvenuta, ma pochi secondi dopo, tuttavia se il timoniere avesse seguito gli ordini correttamente abbiamo verificato che i danni alla nave sarebbero stati molto inferiori». Addirittura secondo una delle due ricostruzioni proposte la «Costa Concordia avrebbe evitatogli scogli»; nella seconda simulazione, a detta dello stesso Gubian, quella forse più accurata «la nave avrebbe urtato solo su di una por zione di 18 metri degli scogli delle Scole del Giglio invece che di 36 metri, e avrebbe interessato solo i compartimenti estremi di poppa con conseguenze meno gravi per la nave» ed ovviamente anche per la sorte dei passeggeri. Ora lo studio iniziato quasi per gioco un anno fa secondo Gubian difficilmente avrà un peso nelle sorti del processo sulla Costa Concordia, mentre di tutt’ altro avviso è il Codacons che sostiene come «i risultati potrebbero essere interessanti ai fini processuali». Piuttosto come analizza il professor Gubian, che insegna Elettrotecnica e Architettura e sistemi digitalia alla Facoltà di Ingegneria all’ Università di Brescia, «questo studio dimostra come l’ ingegneria se ben applicata può essere utile in tutti i campi, anche in quello forense». Per lo studio il team, che è composto anche dal professor Bruno Neri dell’ Università di Pisa e dal figlio Paolo Neri dottorando nello stesso ateneo, si è avvalso di tutti i dati di navigazione messi a disposizione dal Codacons. Venendo alle caratteristiche più tecniche del lavoro portato avanti dagli studiosi, Gubian spiega: «Una volta ottenuti i dati di navigazione, abbiamo utilizzato un sistema di equazioni matematiche che hanno di fatto fotografato il percorso della nave. Il modello utilizzato è quello short term, efficaci nei suoi risultati per un lasso di tempo tra i 40 secondi e il minuto». Quaranta secondi fatali.
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