CORONAVIRUS: CODACONS CHIEDE AD ANTITRUST – CHE HA STOPPATO MODALITÀ INGANNEVOLI DEL SITO GOFUNDME USATO DA FEDEZ E FERRAGNI – DI BLOCCARE TUTTE LE RACCOLTE FONDI PRIVATE
OSPEDALE SAN RAFFAELE DICA SE LE SPESE PER NUOVO REPARTO CHE STA RACCOGLIENDO IL FONDO USATO DALLA FERRAGNI SONO STATE COPERTE DAI SOLDI RACCOLTI DAI DONATORI O ANTICIPATI DALL’OSPEDALE, E QUANTA PARTE DELLE SOMME RACCOLTE RESTERANNO AI PRIVATI
PARTE UN ESPOSTO AD ANTITRUST E ALLA PROCURA DI MILANO PER LE MODALITÀ INGANNEVOLI DEI SITI PRIVATI DI INCASSARE FINO AL 10% DI COMMISSIONI
RESTITUIRE A UTENTI IL 10% “DONATO” AL FONDO PRIVATO SENZA ACCORGERSENE
Sulla raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni, che avrebbe portato all’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva presso l’ospedale San Raffaele, il Codacons vuole vederci chiaro.
Chiediamo all’ospedale di precisare se i lavori siano stati eseguiti effettivamente con i soldi raccolti attraverso l’iniziativa di solidarietà lanciata dalla coppia, o se la struttura abbia anticipato di tasca propria le spese per il nuovo reparto, in attesa di ricevere i fondi promessi – spiega il Codacons – E’ necessario fare chiarezza nell’interesse di chi, in buona fede, dona soldi per aiutare la sanità italiana, ed è giusto che sia reso noto quanto dei soldi raccolti da Fedez e Chiara Ferragni sia stato già elargito al San Raffaele ed effettivamente speso, e quanto invece rimanga in mano ai privati.
Ciò anche alla luce dell’intervento dell’Antitrust che pochi giorni fa ha disposto un intervento in via cautelare proprio nei confronti del sito web www.gofundme.com usato da Fedez e la Ferragni per il nuovo reparto al San Raffaele di Milano, in relazione alla presenza di costi nascosti connessi alle transazioni con carte di credito e debito e alla commissione facoltativa impostata automaticamente sulla cifra del 10%. I soldi pagati dagli utenti per tale commissione al 10% devono essere immediatamente restituiti ai cittadini (ipoteticamente 400.000 euro incassati dal fondo e 116.000 euro di spese carte di credito), e parte ora un nuovo esposto del Codacons all’Antitrust e alla Procura della Repubblica di Milano in cui si chiede di bloccare tutte le raccolte fondi ingannevoli o che applicano commissioni nascoste o equivoche agli ignari donatori.
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