Continuano a lucrare sui minori immigrati
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fonte:
- La Verità
francesco bonazzi«La verità è che un ragazzo su due di quelli che assistiamo come minorenne in realtà mente sull’ età e appena può scappa. E quando scappa, non scappa da sbandato, ma sa già benissimo dove andare». L’ avvocato piemontese che si occupa da anni di «minori stranieri non accompagnati», come li chiama la legge, chiede l’ anonimato perché è parecchio disilluso: «Noi investiamo tanti soldi e tante energie per aiutarli, ma se uno viene qui per spacciare, purtroppo, finirà a spacciare». Risultato? «Dovremmo focalizzarci sui bambini, su quelli che sono chiaramente e inequivocabilmente bambini», sostiene il legale, ma sui grandi numeri, quelli gonfiati da adolescenti che spesso sono già giovani uomini, non c’ è soltanto l’ infinita generosità di migliaia d’ italiani che si offrono come tutori. C’ è anche un giro di soldi sull’«industria dell’ accoglienza» che non può essere ignorato perché non è casuale e ha bisogno di essere continuamente alimentato. Negli ultimi tre anni, secondo i dati del Viminale, i minori stranieri (quasi tutti, chissà perché, senza documenti) arrivati sulle coste italiane sono stati 45.159, con una particolarità che indica una tendenza: nel 2018 il numero si ferma a «sole» 3.534 unità. Sarà l’ effetto «nuovi barbari» a Palazzo Chigi? Di questi, 20.862 hanno nel frattempo compiuto i 18 anni: in parte si sono inseriti con un lavoro, ma in buona parte sono spariti nel nulla. Il problema, però, è che da noi scompaiono anche i minorenni. In base ai dati del ministero dell’ Interno, aggiornati al 28 febbraio 2019, i minori non accompagnati presenti e censiti in Italia sono 8.537. Secondo il Corriere, 869 di loro non erano stati dati in affido né erano ospitati in centri d’ accoglienza, mentre un totale di 5.229 ragazzini era scappato da case e strutture dedicate, e al momento risulta irreperibile. Dove finiscano gli «scomparsi», purtroppo, lo sanno anche gli educatori e i tutori: un buon numero di loro, specie se afghani ed eritrei, magari raggiunge le famiglie in Nord Europa, ma se sono ragazze nigeriane, molte vanno sulla strada a lavorare come prostitute per sollazzare i maschi italiani; mentre se sono uomini, vengono usati come spacciatori. «A volte ci tornano in comunità dopo l’ arresto per spaccio, noi li sgridiamo per il reato commesso e loro ci dicono in modo sprezzante che tanto sono minorenni e non possono fargli nulla», racconta ancora l’ avvocato. Che dopo anni di fiato sprecato e decine di test, inutili quanto costosi, sull’ età, dice: «È stupido investire energie anche emotive su un ragazzo che non vuole imparare nessun mestiere, ma vuole solo spacciare perché ha dei debiti da saldare con il suo clan e, tra l’ altro, è evidentemente un adulto. Usiamo le risorse per i bambini». Ma a parte il tanto volontariato e le molte famiglie straniere che adottano bimbi della propria nazionalità, girano anche un bel po’ di soldi. Nell’ ultimo triennio, per case famiglia e accoglienza dei minori in generale, lo Stato ha stanziato 500 milioni di euro e si calcola che ogni assistito costi 80-100 euro al giorno. Il paragone suonerà sgarbato, ma per i detenuti maggiorenni l’ Amministrazione penitenziaria spende 137 euro al giorno, quindi per i bambini, se fossero sempre bambini, in fondo spendiamo di meno che per un maggiorenne condannato. Insomma, buonismo, ma con il braccino corto. E qui si rischia di andare in galera anche se i bambini li si assiste, ma facendo la cresta. Il prossimo 8 maggio, a Catania, si terrà la prima udienza del processo con rito immediato per un’ associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di delitti contro la Pubblica amministrazione, frode in pubbliche forniture, estorsione e maltrattamenti. Sul banco degli imputati sono finiti in undici e non sono trafficanti di esseri umani, ma gestori di alcune cooperative e onlus che assistono proprio i minorenni stranieri non accompagnati e gli anziani. Parti offese del procedimento sono la prefettura di Catania e il Codacons. Ad alcuni ragazzi sono stati chiesti anche 400 euro per avere un contratto di lavoro compiacente dalla solita coop per poter restare in Italia anche da maggiorenni. Le inchieste di questo tipo, assai impopolari perché toccano i famosi «italiani brava gente» e le parti offese di solito hanno un vincolo di gratitudine per chi li sfrutta, sono oggettivamente poche, ma aprono squarci imbarazzanti. E se da un lato si parla sempre del problema dei minori stranieri in regioni come la Sicilia e la Calabria, che hanno la palma d’ oro dell’ accoglienza e muovono parecchie centinaia di migliaia di euro, a volte il Nord regala spunti sorprendenti all’ insegna dell’«innovazione». Come ha raccontato La Verità, l’ aeroporto di Orio al Serio registra sempre più arrivi di ragazzini extracomunitari senza documenti, o con documenti palesemente falsi, che viaggiano da soli. La legge non permette di rimandarli da dove sono venuti, dove chi li ha messi sull’ aereo ha pagato loro il biglietto e sa perfettamente che le leggi italiane non sono né quelle americane né quelle canadesi. E allora i ragazzi rimangono in Italia, uno su due scappa e gli altri, se non vanno in qualche famiglia, entrano, diciamo, nel circuito economico del Terzo settore. Sempre che non arrivino i pm e facciano saltare il banco.
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