15 Agosto 2020

«Conti sballati pure nella cessione del programma Millemiglia»

svenduto per appena 13 milioni. dubbi dei periti su laghi commissario straordinario
Enrico Laghi non avrebbe dovuto essere nominato commissario di Alitalia dall’ ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. A spiegarlo è la relazione tecnica redatta dai consulenti Ignazio Arcuri e Stefano Martinazzo della procura di Civitavecchia che ha chiuso le indagini a febbraio sulla nostra compagnia di bandiera rinviando a giudizio 21 persone bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza. Laghi è tra questi, unico dei tre commissari di allora a finire sotto inchiesta insieme con i vertici di Etihad e della nostra compagnia di bandiera. La relazione di 500 pagine, di fondo, dà ragione al ricorso del Codacons che fu respinto dal Tar del Lazio. Eppure in quelle sette pagine già si spiegava che la carica di Laghi in Midco, socio di maggioranza di Alitalia, aveva comportato «un grado di compenetrazione nelle scelte aziendali di Alitalia, fra cui la nomina degli organi societari e l’ approvazione dei bilanci e degli altri documenti societari. E a questo doveva aggiungersi il riferimento alla carica rivestita dal medesimo Laghi in passato, anche in Alitalia Servizi, altra società del gruppo. In sostanza sarebbe impossibile negare che avesse già preso parte alla gestione pre dissesto. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato falsato il piano industriale 2015-2018, con perdite pari a 198 milioni di euro invece di 335 milioni. E soprattutto, sarebbe stato ingannato il mercato. Altro aspetto riguarda l’ operazione Alitalia Loyalty, il programma Millemiglia ceduta a Etihad per circa 13,3 milioni di euro. Un valore che si sarebbe rivelato «falso e frutto di un irragionevole e arbitrario uso della discrezionalità valutativa», scrivono i magistrati. Il valore era di almeno 150 milioni di euro, come da bilancio Alitalia Cai del 2013. Per di più Laghi, prima della nomina a commissario aveva già ricevuto una consulenza da Alitalia di 120.000 euro (più Iva uguale a 146.400 euro firmata dallo stesso Duncan Naysmith nel 2015. Del resto quando fu nominato commissario ricopriva allo stesso tempo la carica di consigliere di Alitalia Cai (società detentrice del 100% del capitale di Midco) e presidente del consiglio di amministrazione della stessa Midco (detentrice del 51% di Alitalia Sai). Non solo. Laghi aveva collaborato con il management di Alitalia Cai e Deloitte per la redazione della situazione patrimoniale consolidata e individuale di conferimento («il cosiddetto carve out») al 30 settembre 2014. A spiegare questo dettaglio è una mail del 5 dicembre 2014, prodotta a processo da Deloitte, dove si parla appunto del ruolo già ricoperto da Laghi in passato. Aveva già effettuato alcune consulenze nel 2014, come l’ incarico di consulente tecnico di parte nell’ arbitrato contro Toto holdings. Per di più Martinazzo e Arcuri sottolineano di come Laghi, in qualità di rappresentante legale della MIdco, aveva approvato il bilancio della stessa Alitalia il 31 dicembre 2015 con una perdita di 408 milioni di euro. «Come evidenziato nel prospetto di raccordo tra il risultato d’ esercizio e quello consolidato», si legge, «buona parte di tale perdita è stata rettificata proprio grazia al provento straordinario rilevato in seguito alla cessione del 75% di Alitalia Loyalty (oggetto di esame e di approvazione da parte di Laghi nel suo parere del settembre 2015». Tuttavia è sempre Laghi che nelle relazioni delle cause di insolvenza del 26 gennaio 2018 si trova a dover mettere per iscritto la questione di Alitalia Loyalty. E qui i conti non tornerebbero. E «come è evidente, scrivono i consulenti, «i commissari straordinari pur ritenendo congruo il prezzo di Alitalia Loyalty non hanno formulato alcun giudizio sulla bontà delle modalità di contabilizzazione adottate nella redazione del bilancio consolidato di Alitalia al 31 dicembre 2015 della partecipazione in Alitalia Loyalty e della correlata iscrizione del provento straordinario di reddito, limitandosi ad affermare che [] nell’ esercizio 2015 il risultato netto aveva beneficiato degli effetti positivi della cessione del 75% di Alitalia Loyalty a Global Loyalty []. Un effetto positivo sul conto economico pari a 194 milioni di euro». Osservano i consulenti della procura che il piano Etihad 2015-2018 pur tenendo conto delle due operazioni non ricorrenti relative alla cessione del 75% di Alitalia Loyalty e delle 5 paia di slot presso l’ Aeroporto di Londra Heathrow, non avrebbe raggiunto di sicuro il risultato economico atteso. Anzi, era vero il contrario, tanto che nel piano Etihad rispetto al progetto Millemiglia si evidenzia che il ricavo derivante dalla vendita non «è stato riflesso nel business plan».

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