10 Aprile 2013

CONTI PUBBLICI: GIAMPAOLINO, DEBITO POTEVA ESSERE ALL’84%

 

CONTI PUBBLICI: GIAMPAOLINO, DEBITO POTEVA ESSERE ALL’84%
CODACONS: PAROLE SANTE, COLPA DI UNA CLASSE POLITICA DI IRRESPONSABILI

 

LE PROPOSTE PER RIDURRE IL DEFICIT

 

Secondo il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, l’Italia avrebbe ora un rapporto debito/Pil intorno all’84% se gli avanzi primari del 1998-99, al 5% del Pil, fossero stati mantenuti negli anni successivi.
Per il Codacons sono parole sante, un atto di accusa implacabile che evidenzia le gravi responsabilità di una classe politica di irresponsabili che ha sprecato l’unica cosa positiva dell’euro, i bassi tassi di interesse sul debito pubblico, e che, comportandosi come le cicale, ha continuato con il ciclo elettorale della spesa pubblica, dispensando finanziamenti a pioggia e favori agli amici e alle varie caste.
Non si tratta, insomma, solo di un’eredità della Prima Repubblica, come alcuni hanno voluto far credere. La riprova sta nel dato del 2007, quando il rapporto debito/PIL era del 103% contro l’attuale 127%.
Così ora l’Europa ci ha costretto ad azzerare il deficit in un tempo assurdo, cosa priva di fondamento economico, costringendo l’Italia a manovre di lacrime e sangue, che hanno fatto sprofondare il Paese in una recessione senza precedenti, con effetti devastanti su crescita e occupazione, come dimostra il dato di oggi dell’Istat, che segnala una produzione industriale in discesa del 3,8% rispetto a febbraio 2012, diciottesimo ribasso consecutivo.
Per il Codacons, considerato che la costante di questi anni è stato l’aumento delle tasse e la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, e che, nonostante ciò, il debito è salito, l’unica via di uscita è aggredire la spesa pubblica improduttiva, cominciando ad eliminare i gettoni di presenza dei consiglieri comunali, le province, le comunità montane, i consigli di amministrazione degli enti pubblici e delle società partecipate degli enti locali, sostituendoli con un amministratore unico, ripristinare il principio del contributo di solidarietà per chi guadagna più di 90.000 euro, tetto e taglio serio alle consulenze e così via.

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