8 Giugno 2021

Consumi fermi al palo: la ripresa non c’è. Ad aprile vendite al dettaglio in calo dello 0,4%

 

 

La ripresa resta ferma al palo. E anche a causa delle imposte dal Covid, ad aprile, Ad aprile le vendite al dettaglio sono calate rispetto a marzo: -0,4% in termini di valore e -0,5% a volume. Sono cresciute quelle dei beni alimentari sono in aumento (+1%) complici – probabilmente – la Pasqua e il 25 aprile, mentre sono scese ancora quelle non alimentari: -1,5% in valore e -1,7% in volume. Certo, l’Istat ha rilevato un balzo del 30,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando l’Italia intera era bloccato dal primo lockdown. Nel trimestre febbraio-aprile 2021, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano del 4,3% in valore e in volume, rispetto al periodo novembre-gennaio.

«Il Covid continua a far sentire i suoi effetti sul commercio, con le vendite al dettaglio che ad aprile registrano una ulteriore contrazione su base mensile» dice il Codacons, commentando i dati diffusi dall’Istat. «L’andamento delle vendite al dettaglio è estremamente deludente e attesta in modo evidente come i consumi delle famiglie nel 2021 non ripartono – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il confronto col 2020 è ampiamente falsato dal lockdown totale registrato lo scorso anno, mentre i dati su base mensile sono impetuosi, e solo l’andamento degli alimentari è una voce positiva per il commercio: nel comparto dei beni non alimentari, infatti, le vendite ad aprile crollano del -1,5% in valore e -1,7% in volume rispetto al mese precedente che gia’ aveva registrato numeri negativi».

Tra i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali positive per tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano Mobili, articoli tessili, arredamento (+653,0%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+431,3%), mentre per i Prodotti farmaceutici si evidenzia la crescita di minore entità (+6%). Rispetto ad aprile 2020, il valore delle vendite al dettaglio aumenta in tutti i canali distributivi: la grande distribuzione (+22,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+38,1%), le vendite al di fuori dei negozi (+61,0%) e il commercio elettronico (+35,2%).

«I dati dell’Istat – conclude Rienzi – confermano ancora una volta l’allarme lanciato dal Codacons sul fronte consumi, che nel 2021 non ripartono a fronte di una inflazione in forte ascesa che penalizzera’ le tasche delle famiglie italiane».

Tuttavia, l’Osservatorio Stocard evidenzia qualche segnale positivo. La country manager per l’Italia, Valeria Santoro nota un «parziale ma progressivo ritorno agli standard di acquisto, l’auspicio è che la ripresa possa avvenire nel minor tempo possibile perché abbiamo tutti bisogno di ‘normalità’ e di una crescita economica che sia d’aiuto per il Paese e per i cittadini». Secondo i dati della società leader nel settore delle carte fedeltà, gli italiani hanno aumentato la frequenza con cui si recano nei negozi della Gdo arrivando a 6 volte al mese contro le 7 del periodo pre covid (tra marzo e aprile 2020, la frequenza era scesa a 4 volte al mese e con il 25% dei consumatori che limitava la spesa a una sola volta al mese).

Nel frattempo, in Germania, le aspettative di produzione sono calate a maggio rispetto ad aprile: «Quando si tratta delle aspettative di produzione, il quadro è molto diverso nei singoli settori», afferma l’esperto dell’Ifo, Klaus Wohlrabe secondo cui «l’industria automobilistica e i suoi fornitori stanno ridimensionando significativamente le loro aspettative, ma continuano ad anticipare aumenti di produzione». In calo anche l’indice Zew sulla fiducia.

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