Consumatori, in calo la fiducia a febbraio Spread, nuovi record
L’ economia italiana non aggancia il motore della crescita: se l’ export tira e le imprese sono più ottimiste, la fiducia dei consumatori scende, segnalando consumi ancora al passo dopo la crescita modesta del 2016. E la tensione sul debito sommato alla bassa crescita, con in più i timori politici, si traducono in uno spread che torna alla soglia d’ allarme dei 200 punti base. La fiducia dei consumatori, dopo il peggioramento registrato a gennaio, cala ancora, con l’ indice Istat a 106,6 da 108,6. Un dato che mette un punto interrogativo sulle prospettive dei consumi nel 2017 dopo la crescita negativa di dicembre (-0,2%) e quella positiva al lumicino dell’ intero 2016 (+0,1%). Avverte il Codacons: «La mancanza di ottimismo da parte delle famiglie si riflette in modo diretto sulla spesa, con segnali tutt’ altro che rassicuranti». Se la ripresa non decolla per le famiglie, che fanno i conti con una disoccupazione tornata al 12%, va meglio alle imprese, grazie anche alle esportazioni forti. Il fatturato segna +2,6% a dicembre dopo un 2016 in progresso dello 0,2%, gli ordini segnano +2,8% nell’ ultimo mese dell’ anno. La fiducia delle imprese sale ancora da 103,3 a 104 a gennaio, ai massimi di un anno. Confcommercio parla di clima di diffusa e generalizzata incertezza e sottolinea che occorre «evitare manovre recessive sul fronte della finanza pubblica e imboccare la strada della riduzione della pressione fiscale». Ma c’ è da fare i conti con il debito pubblico al 133% che preoccupa l’ Europa e i mercati con il conseguente braccio di ferro sulla manovra. Una situazione che si riflette in uno spread tornato a 200 punti nonostante gli interventi della Bce, che comunque hanno consentito al tesoro di collocare anche stamani Bot a sei mesi e per sei miliardi a un tasso negativo e in calo a -0,294%, a un passo dai minimi storici. E la tenuta dei conti italiani desta timori. Con le piazze europee negative la Borsa di Milano è la peggiore assieme a Francoforte (-1,18% e -1,20% rispettivamente), con la differenza che la prima viaggia vicina a un passo dai massimi di sempre, mentre Piazza Affari è sotto i 20.000 punti: nel 2007 sfiorava i 45.000.
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