Consumatori (e perfino un tecnico) contro il Grande fratello fiscale
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fonte:
- Libero
Ormai è un fronte comune. Dai partiti politici alle associazioni dei consumatori, tutti – a giochi (quasi) fatti – si sono accorti che il redditometro è uno strumento pericoloso. Il sospetto che la campagna elettorale favorisca certe prese di posizione è assai forte. È evidente: si prendono voti e si guadagna visibilità. Tuttavia, non si può non registrare la furia che si è scatenata contro il Grande fratello fiscale. Financo un tecnico come Gianfranco Polillo, sottosegretario all’ Economia e dunque in parte artefice dei decreti attuativi del Serpico delle tasse, sta prendendo le distanze: «È necessaria una maggiore sperimentazione – ha detto Polillo – perché altrimenti rischia di trasformarsi in un aggravio per il contribuente e di lasciare forti dubbi sulla sua reale efficienza». L’ assetto definitivo del nuovo sistema antievasione non piace nemmeno all’ ex ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti. Che ha preso le distanze dalle scelte finali del Governo di Mario Monti. «Non solo – ha detto il professore di Sondrio – non ho adottato nessun decreto applicativo contenente le cento voci di redditometro, ma comunque non avrei firmato un decreto del tipo di quello di Monti, esteso a così vasto spettro, basato su statistiche di massa, di riflesso così intrusivo». Per Raffaele Lauro (Pdl) il redditometro «si trasformerà in uno stru mento di tortura fiscale per i contribuenti onesti, avrà elevati costi di applicazione e conseguirà risultati modesti, provocando una rottura nel rapporto tra Stato e cittadini». Duri i giudizi delle associazioni dei consumatori. Secondo Adiconsum «la contabilità familiare non è equiparabile a quella aziendale, così come l’ onere della prova non può essere a carico del contribuente». Sulla stessa linea Codacons. E in trincea c’ è pure Adusbef che proprio sulla questione dell’ onere della prova ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio: «Impugneremo il decreto» ha dichiarato il presidente (e senatore uscente Idv) Elio Lannutti. L’ eccezione non manca mai. È Bruno Tabacci (Udc) : «Il redditometro non è uno spauracchio, serve a smascherare i finti poveri».
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