22 Dicembre 2002

Consumatori contro l?Istat

Consumatori contro l?Istat: i dati ufficiali di dicembre indicano nel 2,8 l?aumento del caro vita

«L?inflazione reale? È al 6,6%»

Confcommercio: «Il pranzo di Natale costerà l?11,9% in meno»

Napoli . Da una parte c`è l`Istat che conferma la tendenza al rialzo dei prezzi al consumo (a dicembre l`inflazione nelle città campione viaggia fra il 2,8 e il 2,9% tendenziale, con Napoli metropoli più «cara»); dall`altra ci sono le maggiori associazioni dei consumatori che, riunite in cartello, denunciano una crescita reale pari al 6,6%, che equivale a un maggior esborso annuale per le famiglie di circa 1.505 euro (cioè circa 3 milioni delle vecchie lire). In mezzo ci sono i commercianti, la cui sigla più rappresentativa, la Confcommercio, spariglia annunciando pranzi e cenoni di Natale e Capodanno più «leggeri» (in termini economici, ovviamente) dell`11,9% rispetto al 2001. Il paniere dei prodotti tipici per le due ricorrenze, infatti, secondo l`organizzazione guidata da Sergio Billè presenta non poche sorprese in positivo: in testa alla classifica del ribasso ci sarebbero i panettoni, che costeranno il 34,88% in meno rispetto all`anno scorso; seguono i pandori (-16,03%), il torrone (-14,79%), il panforte (-15,48%), lo spumante (-11,83%) e le lenticchie (-12,70%). La rilevazione è stata curata da Faid-Confcommercio, un documento nel quale si sottolinea che nell`ambito di politiche commerciali di settore finalizzate al contenimento dei prezzi al consumo e dei tassi inflattivi, molte imprese della distribuzione hanno promosso per il Natale iniziative estremamente vantaggiose, volte ad incentivare gli acquisti in un periodo di perdurante stagnazione dei consumi. Ma torniamo ai dati delle città campione raccolti dai Comuni ed elaborati dall`Istat. A livello congiunturale (rispetto cioè a novembre) l`incremento è dello 0,1 – 0,2 per cento. Tra le città più care, dopo Napoli (3,8% il tendenziale annuo), si segnalano Venezia (»3,3%), Bari (»3,0%), Torino e Genova (»2,9%), mentre a Milano i prezzi si sono fermati al »2,3%. Le realtà meno care sono Firenze e Ancona con una variazione di »2,1%.
I consumatori non sembrano, però, credere troppo a questi dati: a «sconfessare» i calcoli ufficiali è l`Intesa dei Consumatori – composta dalle associazioni Adusbef, Adoc, Codacons e Federconsumatori – secondo la quale anche se le notizie dalle città campione diffuse l`altro ieri indicano una crescita dei prezzi a dicembre del 2,8-2,9% l`inflazione reale è attorno al 6,6%. «Le famiglie italiane », spiegano le associazioni dei consumatori in un comunicato , « sono state letteralmente spennate da aumenti, rincari, ritocchini ed arrotondamenti che hanno comportato una perdita secca del potere di acquisto di 1.505 euro negli ultimi 12 mesi ».
L`Intesa dei Consumatori accusa, quindi, il «Governo di inerzia se non di non complicità dei rincari ai quali si aggiungeranno le tariffe autostradali (»2,4%), ferroviarie (»4,5%) il canone Rai (»4,7%), bollettini di conto corrente postali (»29% – da 0,77 ad 1 euro) ed una serie infinita di altri balzelli, diretti o indiretti».

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this