14 Giugno 2016

Consob, il governo scarica Vegas Ma lui non molla: accuse infondate

Consob, il governo scarica Vegas Ma lui non molla: accuse infondate
calenda: sono stati fatti errori gravi. la replica: prendo atto delle pressioni politiche

ANNA RITA RAPETTA Roma. Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non ha intenzione di farsi da parte e respinge le “pressioni politiche” del governo nei suoi confronti rivendicando la correttezza del suo operato e l’ indipendenza dell’ autorità che guida. È la terza volta nel giro di pochi giorni che Vegas torna sulla questione sollevata dalla trasmissione Report di Milena Gabanelli, ovvero l’ esclusione degli scenari probabilistici dai prospetti informativi, uno strumento di sintesi sulle probabilità di perdita o guadagno legate ad un prodotto finanziario introdotto dalla Consob nel 2009 con una raccomandazione, ma tolto da Vegas nel 2011, una volta diventato presidente della Commissione. Uno strumento che, probabilmente, avrebbe messo in guardia molti degli investitori che hanno sottoscritto le obbligazioni dei quattro istituti di credito interessate dal ‘salva -banche’. A dare credito alle ricostruzioni giornalistiche della trasmissione di Rai3 – dopo il viceministro dell’ Eco nomica Enrico Zanetti che è stato il primo membro dell’ esecutivo a sollecitare chiedere le dimissioni di Vegas – il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, molto vicino al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Non sta al governo commentare l’ operato di autorità indipendenti, ma degli errori gravi sono stati fatti”, dice di prima mattina ai microfoni di Radio24. Quando il conduttore Giovanni Minoli chiede se la conduttrice di Report Milena Gabanelli, che lo scorso 5 giugno ha chiesto le dimissioni di Vegas durante Report, avesse ragione, la risposta è stata netta: “La Gabanelli ha ragione”. “Adesso siamo in due, nel governo, a dire in modo esplicito che ci sono stati errori e goffe autoassoluzioni. Il punto è capire se basta o dobbiamo diventare tre, quattro o cinque”, commenta il segretario di Scelta Civica. La controreplica di Vegas non si fa attendere. Ma non è quella in cui spera il governo, da mesi in rotta di collisione con l’ Autorità che vigila sui mercati finanziari. Lo scontro istituzionale è ormai sotto gli occhi di tutti. “Prendo atto delle pressioni politiche esercitate nei miei confronti da alcuni esponenti di governo – afferma Vegas – sono sollecitazioni che prendono mosse da ricostruzioni mediatiche alle quali ho già replicato e ritengo di aver dimostrato l’ infondatezza delle accuse”. “La Consob – insiste Vegas ha sempre operato con l’ unico obiettivo di perseguire i suoi fini istituzionali, fissati dalle norme nazionali ed europee”. La linea di difesa di Vegas è quella dei giorni scorsi. Il presidente della Consob sostiene di non aver mai abrogato l’ obbligo di inserire gli scenari probabilistici di rendimento nei prospetti informativi delle obbligazioni bancarie semplicemente perché non è mai stato introdotto alcun obbligo di includere nei prospetti questa informativa, sia a livello nazionale sia europeo. “Presiedo un’ autorità di vigilanza che il Parlamento ha voluto indipendente fin dalla sua legge istitutiva del 1974”, ricorda quindi Vegas mentre Zanetti torna alla carica: “Da Vegas solo autoassoluzioni”. “Dopo la dichiarazione del ministro Calenda, a Vegas non resta che dare le dimissioni, anche solo per un fatto di opportunità, per evitare di danneggiare l’ immagine della Consob e preservare l’ istituzione”, commenta Massimiliano Dona, segretario dell’ Unione nazionale consumatori chiedendo al governo di fare la sua parte ed intervenire vietando la vendita agli sportelli delle azioni subordinate e ripristinando gli scenari probabilistici, senza aspettare che ce lo imponga l’ Europa. “Finalmente – gli fanno eco dal Codacons – anche il governo, dopo mesi di silenzio, scende in campo sulla questione della vigilanza in tema di obbligazioni e volta le spalle alla Con sob”. Anche l’ opposizione incalza il governo. “Il governo dica cosa intende fare anziché mettere la freccetta in mano a esponenti di turno dell’ esecutivo perché bersaglino e intimidiscano un’ Autorità indipendente e il suo presidente”, afferma il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta. Sul piede di guerra anche il M5s: “È sempre tutto a posto per il ministro dell’ Economia Padoan?”.

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