11 Febbraio 2018

«Congelare i debiti delle imprese»

 

VENEZIA «Banca Intesa San Paolo procede asetticamente, ignorando le esigenze del territorio e il contesto criminale nel quale si sono bruciati i risparmi di generazione di veneti con il crollo di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza». Le associazioni dei risparmiatori traditi hanno presentato ieri a Mestre la lettera che invieranno domani ai prefetti veneti, Governo e al presidente Zaia. L’ obiettivo: chiedere un «tavolo di emergenza» per «congelare» la situazione debitoria delle migliaia di imprese venete, che attendono i fondi promessi dall’ istituto milanese e governo. «Sempre più spesso vengono presso i nostri uffici imprenditori disperati, che vedono proporsi in caso di mancato rientro dei fidi, il rinnovo con tassi oltre 20% annui per gli sconfinamenti – ha spiegato Patrizio Miatello, dell’ associazione Ezzelino III da Onara Giustizia Risparmiatori -. Ma ricordiamo che quei fidi erano garantiti dal valore delle azioni delle due ex popolari che sono crollate». Secondo le associazioni c’ è in gioco l’ operatività di almeno 20mila imprese venete (e oltre 70mila lavoratori). «La pretesa di rientro da fidi garantiti da azioni delle popolari, azzerate di valore e l’ automatica segnalazione al Registro dei cattivi pagatori fa perdere l’ affidabilità bancaria, che per un’ azienda è essenziale per lavorare», spiegano le associazioni. «Chiediamo che Banca Intesa si faccia carico della situazione, che aiutino a mantenere in vita le aziende venete, così che possano pagare i debiti – ha proseguito l’ avvocato Franco Conte, referente regionale del Codacons – Chiediamo che il codice etico della banca venga applicato».La lettera che invieranno alle istituzioni è stata sottoscritta anche da Fulvio Cavallari (Adusbef Veneto), Elena Bertorelli (Casa del consumatore), Lando Arbizzani (Anla), Ivan Palasgo (Apindustria Confapi Veneto) e Vincenzo Giglio (Senior Italia già Federanziani Veneto). Un altro tema che sta a cuore alle associazioni è la gestione degli Npl delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Le associazioni chiedono di «evitare cartolarizzazioni selvagge dei crediti deteriorati soprattutto quelli delle micro e piccole imprese; prevedere l’ assegnazione della gestione di parte degli asset anche a soggetti esterni ad Sga (Istituzionali o sottoposti a controllo pubblico); preferire soluzioni capaci di valorizzare i crediti deteriorati, con l’ obbiettivo di garantire la ripresa, l’ operatività e la sopravvivenza delle piccole e micro imprese». «Se nel 2015 il numero delle esecuzioni immobiliari in Veneto è stato di 18mila, è facile immaginare la catastrofe che si realizzerebbe se una parte considerevole delle 300mila ipoteche (200. 000 per ex Bpvi e 100. 000 per ex Veneto Banca) oggi in mano alla banca andassero sul mercato – ha concluso Patrizio Miatello – dentro ci sono infatti fabbriche, terreni, abitazioni, quote di interporto…»Nicola Brillo.

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this