Confiscati l’area a caldo e 2,1 miliardi dei Riva
Le condanne sono 26. Le più alte sono andate a Nicola e Fabio Riva, rispettivamente 20 e 22 anni di reclusione. Ventuno anni all’ex direttore Luigi Capogrosso e 21 anni e mezzo all’ex responsabile delle relazioni Girolamo Archinà. Condanna a 18 anni e mezzo per quattro dei dirigenti “fiduciari” dei Riva, Lanfranco Legnani, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli e Agostino Pastorino e a 17 anni e mezzo per Enrico Bessone. Diciassette anni di reclusione per gli ex capi area Ivan Dimaggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’AlòAlò. Undici anni, invece per i loro colleghi Marco Andelmi e Angelo Cavallo. Condanna a 15 anni e mezzo per il professor Lorenzo Liberti, ex consulente della procura. Tre anni e mezzo, infine, per l’ex governatore Nichi Vendola, l’ex presidente della provincia Gianni Florido e l’ex assessore provinciale Michele Conserva, accusati di aver fatto pressioni per favorire Ilva. Confisca dell’area a caldo e di 2,1 miliardi di euro per le tre società imputate: Ilva in amministrazione straordinaria, Riva Fire (ora Partecipazioni industriali) e Riva Forni elettrici. Assolto da ogni accusa l’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, per un breve periodo alla guida di Ilva. Per lui la procura chiedeva condanna a 17 anni. Assolto dall’accusa di abuso d’ufficio l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefàno. Era accusato di non aver aver adottato ordinanze per fermare l’inquinamentoinquinamento. Alle mille parti civili, che chiedevano danni per oltre 30 miliardi, per ora una provvisionale, cioè un risarcimento immediato,di 4-5milamila euro (con punte di 50milamila). Erano parti civili i ministeri di Salute e Ambiente, la Regione Puglia, la Provincia e i Comuni di Taranto, Statte, Crispiano e Montemesola, Cgil, Cisl, Uil, Flm uniti italiana, Usb e Slai Cobas, il partito Federazione dei Verdi e poi anche l’AslAsl, l’Inail e le associazioni: Anmil, Ail, Legambiente, Wwf, Contramianto, Cittadinanza attiva, Fondo antidiossina, Altamarea, Comitato cittadino Liberti e Pesanti. Ci sono anche Confagricoltura, Codacons, l’Ente protezione animali e l’Associazione dei consumatori. Parti civili anche oltre cinquecento proprietari di immobili del quartiere Tamburi, le società proprietarie di cappelle funerarie del cimitero di San Brunone, l’ex Istituto autonomo case popolari, decine tra allevatori e mitilicoltori, una ckinica privata e una chiesa.
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