«Condono edilizio, costi superiori agli incassi»
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fonte:
- Il Messaggero
Dalla sanatoria 5 miliardi allo Stato ma anche 8,7 miliardi a carico dei Comuni per acqua e luce
ROMA – Il condono edilizio farebbe incassare allo Stato 5,1 miliardi di euro, ma aprirebbe nei bilanci dei Comuni non una semplice falla, bensì una voragine impossibile da colmare: 4,2 miliardi di disavanzo netto. Uno studio dell?Anci, Associazione Comuni d?Italia, e del Cresme, Centro di ricerche specializzato nei problemi del territorio, porta molta acqua al mulino di chi si oppone alla sanatoria sugli abusi immobiliari progettata dal governo.
Le casse pubbliche considerate nel loro complesso dal colpo di spugna avrebbero tutto da perdere, perché i costi delle opere di urbanizzazione per le costruzioni messe in regola supererebbero di gran lunga le somme versate da chi aderisce. Al gettito ipotizzato di 5,1 miliardi si arriva immaginando che della sanatoria usufruisca in blocco il patrimonio residenziale costruito al di fuori della legge, dal 1994 (anno del precedente ?perdono tombale?) ad oggi. Si tratta di 362.000 abitazioni, con una superficie media di 136 metri quadri, che portano il totale a circa 50 milioni di metri quadri. E? sintomatico che anno dopo anno il numero degli immobili irregolari sia calato, per tornare a crescere nel 2002, quando si era riaffacciata la prospettiva di una nuova cancellazione a pagamento delle infrazioni. L?anno scorso si sono censite 31.000 case abusive, mentre nel 2001 erano state 28.000.
Per urbanizzare 50 milioni di metri quadri i Comuni dovrebbero spendere oltre 8,7 miliardi, andando incontro a un deficit di 4,7 miliardi, poiché i loro introiti si fermerebbero a 4 miliardi. Portare acqua, fognature, luce, strade e altri servizi alle costruzioni realizzate in nero costa in media 24.000 euro per ogni unità abitativa.
Gli oneri si sono appesantiti rispetto alla situazione del ?94. Allora la maggior parte degli abusi riguardavano le città, adesso solo il 30% delle nuove abitazioni fuorilegge è compreso in aree intensamente abitate, dove l?urbanizzazione richiede 18.000 euro ad alloggio, contro il 70% edificato in zone più o meno isolate, in cui i costi salgono a 27.000 euro.
Il governo deve ancora decidere quanto far pagare per rientrare nei parametri della correttezza. Per adesso, l?ipotesi più gettonata è quella di un costo-base di 500 euro, più 100 su ogni metro quadro da sanare, che portano all? introito globale di 5,1 miliardi. Si pensa di concedere ai Comuni appena un decimo del monte-oblazioni: 500 milioni che ridurrebbero il passivo nei bilanci da 4,7 a 4,2 milioni. «Altro che fare cassa, – accusa Ermete Realacci, presidente di Legambiente e parlamentare della Margherita – la sanatoria è una truffa. Sanando le case abusive il loro valore raddoppierà, passando da 23,4 miliardi in nero a circa 47 miliardi legalizzati. Un affare colossale, anche per i clan dell?ecomafia». Quest?ultimo, in effetti, è un pericolo da non sottovalutare, considerato che il primato negativo dell?abusivismo lo conserva solidamente il Sud, con il 21,8% di immobili fuorilegge nel 2002, rispetto al 7,7% del Centro e al 4,7% del Nord. La regione che fa peggio è il Molise (30,7% di illegalità), seguita da Sicilia e Campania, che superano il 28%. Il record della virtù se lo aggiudica il Trentino, dove appena l?1,8 delle costruzioni non rispettano le regole. Da notare che perfino le regole del condono potrebbero essere tranquillamente infrante. L?Intesa consumatori ricorda con quanta facilità era aggirabile il limite dei 250 metri quadri sanabili, stabilito nel ?94. A Roccaraso, in Abruzzo, un edificio di svariate migliaia di metri quadri venne diviso in 22 appartamenti e ci si fece beffe della norma. Chissà quanti casi simili avvennero in tutta Italia.
In attesa che l?esecutivo si chiarisca le idee, non s?arresta la valanga delle prese di posizione, pro e contro il colpo di spugna. Tre ministri si dicono favorevoli, ma non in maniera incondizionata. Lunardi (Infrastrutture) lo accetta, a patto che non sia generalizzato. Marzano (Attività produttive) vuole che i grandi abusi restino fuori e sulla stessa lunghezza d?onda è Gasparri (Comunicazioni), che dà l?ok solo per le mini-infrazioni. Pollice verso, invece, dal governatore della Campania, Bassolino, e dai sindaci di Torino, Genova, Venezia, Roma e Napoli. Da non sottovalutare le prime prese di distanza che vengono da amministratori leghisti. A Milano il capogruppo del Carroccio al Consiglio comunale annuncia un ordine del giorno «di perplessità, per non dire di contrarietà». Dalla Provincia di Varese il presidente (Lega) e il vicepresidente (Fi) scrivono a Tremonti che il condono «fa storcere il naso» e prende in giro gli onesti.
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Tags: abitazioni, condono edilizio, intesa, Roccaraso