Concordia:video inediti,forse c’è Schettino che abbandona
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- Ansa
(dell’inviato Michele Giuntini) (ANSA) – GROSSETO, 18 LUG – Francesco Schettino, ripreso dalla plancia al momento in cui lascia la Costa Concordia: si potrebbe vedere questo film nei video di bordo che il tribunale di Grosseto ha ammesso, su richiesta del pubblico ministero, come nuove prove del processo. Sono materiali inediti, sotto sequestro da 18 mesi ma mai visti. Neanche dai pm che, è stato spiegato, li hanno tenuti da parte per non inficiare il poderoso incidente probatorio dell’autunno scorso con un altro passaggio uguale, decidendo però di spenderli poi nel dibattimento. La nuova carta d’accusa è contenuta in numerose telecamere di videosorveglianza installate su tutti i ponti della nave. E comunque, sorprese sui movimenti di Schettino a parte, le immagini renderanno le fasi del naufragio facendo osservare i movimenti dell’equipaggio e dei passeggeri con maggior dettaglio di quanto conosciuto finora. I video verranno proiettati al teatro Moderno nelle udienze di autunno. E sempre oggi i pm hanno dato ai giudici i nomi dei primi 34 testimoni d’accusa da sentire su circa 360: fra loro ufficiali di plancia e di macchina, come Ciro Ambrosio, vice in plancia di Schettino quando la nave urtò gli scogli; l’ufficiale-stagista Salvatore Ursino, membri dell’equipaggio come il maitre Antonello Tievoli, che chiese a Schettino di passare vicino al Giglio. Ma ci sono anche la moldava Domnica Cemortan (anche oggi in udienza coi suoi avvocati) e il primo accusatore del comandante: Gregorio De Falco, autore della celebre telefonata a Schettino dalla capitaneria di porto di Livorno. L’udienza odierna è stata centrata molto sulla richiesta di una nuova perizia a bordo della Concordia. Atto chiesto dalla difesa di Schettino e dal Codacons con urgenza: ma i giudici di Grosseto non hanno ritenuto che vi fossero caratteri per realizzare questo sopralluogo subito, optando per convocare in udienza i periti dell’incidente probatorio. Così i periti del gip potranno riferire alle parti anche dentro il processo, con la ripresa delle udienze dal 23 settembre, quando il teatro tornerà disponibile. Solo dopo i giudici decideranno se questa nuova perizia si farà o no. Altra condizione posta dai giudici, per autorizzare i consulenti delle parti a salire a bordo, è che la nave sia almeno raddrizzata e resa galleggiabile. Il timore delle parti è che il relitto possa subire mutamenti sostanziali, dal parziale degrado, fino all’affondamento, non potendo quindi esaminare più apparati come porte stagne, generatori e altri. Questo nel giorno in cui emerge che nelle ispezioni subacquee è diventata visibile una progressiva corrosione della struttura e che lo scafo, pur non preoccupando per tenuta e robustezza, abbia subito una deformazione a causa delle condizioni meteo-marine, tanto da far abbassare la prua rispetto alla linea dell’acqua. Conseguenza dell’urto a Le Scole, rispetto a cui Schettino anche stamani ha difeso la sua manovra in una pausa del processo. Secondo lui “qualcuno del ‘bridge team’, il team in plancia si spaventò, forse per inesperienza” e quindi “la manovra per correggere la rotta che ordinai correttamente, come risulta dalla perizia, non riuscì. Perciò sbattemmo contro gli scogli. Il timoniere capì gli ordini ma qualcun altro dei miei ufficiali in plancia no, forse perché si spaventò”. Eppoi la difesa di Schettino ha aggiunto che dalla scatola nera si sente un rumore secco presso il timone: “un’interferenza” come se qualcuno intervenisse durante la manovra a ‘scondinzolo’ (virate e controvirate) con cui Schettino tentò di correggere la rotta.
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