12 Febbraio 2013

CONCORDIA: CODACONS, MIX ERRORI UMANI E MALFUNZIONAMENTI

CONCORDIA: CODACONS, MIX ERRORI UMANI E MALFUNZIONAMENTI

(AGI) – Roma, 12 feb. – Alla base del naufragio della Concordia c’e’ “un concorso di errori umani”, su cui si innestano “una serie di malfunzionamenti, defaillance tecnologiche e ‘buchi’ nelle procedure di emergenza”. Sono le conclusioni cui e’ arrivato il pool di periti del Codacons che segue il processo in corso a Grosseto. “Procura, media e opinione pubblica – hanno denunciato i tecnici nel corso di una conferenza stampa – si sono concentrati solo sul primo anello di questa catena, trascurando tutti gli altri. Non sara’ fatta giustizia finche’ a ciascuno non verra’ assegnato il giusto carico di responsabilita’”.  Secondo i tecnici dell’associazione di consumatori “la ricostruzione degli ultimi secondi prima dell’impatto e’ errata”, “la posizione della nave e’ anticipata di circa 60 metri” e “l’errore del timoniere di madrelingua indonesiana e’ stato tutt’altro che ininfluente”: secondo una recentissima simulazione, la corretta esecuzione degli ordini impartiti da Schettino avrebbe permesso, probabilmente, di evitare lo scoglio. “Intendiamoci bene, noi non ne facciamo una questione di soldi – ha sottolineato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – ne’ vogliamo difendere il comandante Schettino che ha le sue colpe oggettive, su cui si pronuncera’ il tribunale. La nostra e’ una battaglia di giustizia, vogliamo evitare che tragedie simili possano ripetersi e puntare l’indice sulla carenza di controlli e sull’insufficiente sicurezza delle navi da crociera”. In questa chiave, secondo il Codacons, vanno letti alcuni documenti audio, in parte inediti, divulgati durante la conferenza stampa, per lo piu’ intercettazioni telefoniche disposte dai carabinieri di Grosseto. Nella prima intercettazione, un comandante delle navi Costa, Massimo Garbarino, parlando con un dirigente della sicurezza, Paolo Mattesi, critica senza mezzi termini le porte stagne (“come c..le autorizzano! Perche’.. Perche’ queste porte stagne qua, la tenuta ce l’hanno come una baderna (una guarnizione di canapa, ndr)! Dopo due anni e’ gia’ da cambiare.. C’e’ l’aria!”. Nella seconda, due macchinisti ricostruiscono le fasi del disastro (“In macchina.. le porte stagne non stagnavano!”… “arrivava l’acqua sia di sopra che di sotto, c’era la porta stagna che non lavorava..”). Nella terza, quella definita piu’ “inquietante” da Rienzi, Cristina Porcelli, dell’ufficio legale di Costa Crociere, parla con l’ispettore tecnico Paolo Parodi della imminente consegna di una nave con problemi tecnici a una boccola (“surriscalda e va male). E’ Parodi a spiegarle come procedono i controlli a mare: “Rina fa tutto quello che vuole Fincantieri..
   puoi decidere di fare delle prove a mare severe.. pero’ puoi anche decidere di fare delle prove a mare non severe”.
   “Secondo me – continua Parodi – andra’ a finire cosi’, che faranno delle prove a mare finte.. Perche’ e’ intereresse di tutti fare delle prove a mare finte”. E ancora: “non e’ manco interesse Costa, anzi secondo me non ha assolutamente manco interesse Costa a fare delle prove severissime.. perdiamo anche due settimane di crociera.. Tieni presente che questo e’ gia’ successo con una nave, ce la siamo presi con la prescrizione di classe che non poteva superare il.. Che se non sbaglio era il Concordia..”. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche i legali Usa che, a nome di un centinaio di passeggeri di diverse nazioni, hanno avviato una class action a Miami tesa ad ottenere ingenti risarcimenti, impossibili in Italia. “Se il giudice Usa decidera’ che a decidere deve essere un tribunale italiano – ha promesso l’avvocato Mitchel Proner – andremo avanti lo stesso. Carnival e’ colpevole e deve pagare”. (AGI) Bas

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